> SIMOdiVINO PERCHE'...


SimodiVino nasce da una passione ma anche da una necessità.


Sul finire del 2010 decido che è giunto il momento di dare memoria storica alle mie bevute. Semplicemente non volevo che questa mia passione andasse a finire nella campana del vetro insieme alle bottiglie scolate. Ho iniziato così… con lo scopo di creare un catalogo, uno storico.. e da lì è nata l’idea del blog, mezzo di archiviazione, comunicazione ed espressione che meglio poteva rappresentare la mia passione e il mio spirito. Un mezzo  di condivisione, per approffondire, crescere, imparare, conoscere.


Nasce così SimodiVino (racconti di eno-esperienze), nome banale vero... ma che ben identifica lo spirito indipendente e artigianale che anima il blog. Per molti sono solo l’ennesimo “bevitore” che pensa di saperla lunga, in realtà non voglio insegnare niente a nessuno, voglio solo condividere le mie eno-esperienze nella maniera più indie-pendente possibile, animato da spirito critico, sovversivo e libertario perché così deve essere un blog… un mezzo di comunicazione ed espressione, a suo modo molto "punk" e molto indie-fai da te. Io non sono un sommelier, non sono un produttore, non mi occupo di marketing in comunicazione eno-gastronomica, non sono un giornalista e non guadagno da vivere con il vino (anzi mi costa parecchio!). Sono solamente un appassionato e quelle che leggete sono le mie eno-esperienze raccontate senza alcun tipo di vincolo o filtro. Qui c’è spazio per tutti i vini e i produttori, poco importa se la bottiglia costa 100 o 5, se il produttore è un vigneron indipendente che coltiva un ettaro o un’industria del vino… positiva o negativa, entusiasmante o incredibilmente scontata è comunque un’eno-esperienza ed è giusto raccontarla alla mia maniera.


Su questo blog non troverete mai un post comandato o filtrato da qualche agenzia di marketing e comunicazione e... ci tengo a precisarlo, non scrivo per ricevere qualcosa in cambio o compiacere qualcuno, ma soprattutto non scrivo nulla possa anche solo lontanamento essere "dettato" o filtrato da terzi. Lo spirito che anima i miei scritti e lo stesso che animava le fanzine dell’era pre-digitale, semplici, diretti, senza pretese o eccessivi tecnicismi, niente appunti striminziti comprensibili solo a pochi saccenti o mirabolanti parabole alla Luca Maroni.

Qualcuno mi accusa di scrivere post troppo lunghi, poco adatti al formato web… beh, del formato web non me ne frega una mazza… chi ha cuore, interesse e passione leggerà... per tutti gli altri… beh… il web è pieno di wine-blogger… a voi la scelta. Un blog che vuole essere alla portata di tutti e non di pochi "addetti al mestiere"… bisogna raccontare il bevuto e le proprie impressioni, ma credo che sia corretto anche dare qualche informazione sul produttore, sul territorio, sul vitigno... perché anche la persona meno competente, possa trovare quante più notizie possibili per scoprire il colorato mondo del vino e le sue innumerevoli sfumature. 


Il vino non è solo un punteggio centesimale, il rito di un sommelier o la degustazione in pompa magna al grand hotel… e non è nemmeno la grande cantina che accoglie le pulmate di turisti…. Il vino e i suoi vignaioli sono molto altro e spero di riuscire attraverso i miei post a fare arrivare questo messaggio… soprattutto ai “novelli” bevitori…


Dentro ogni bottiglia c’è molto di più di una piacevole bevuta o di una buona “sbronza”… il vino racconta storia e cultura, racconta la terra e le mani che la lavorano... è “solo vino” certo, ma anche da qui nascono le “rivoluzioni”… Vini che si smarcano dai salotti buoni e dalle enoteche del centro, dalle riviste patinate… il vino come ci ha insegnato ad amare ed interpretare Luigi Veronelli, fatto dai vignaioli e dai contadini, da chi ha deciso di adottare una pratica di resistenza all’industria del vino, alle multinazionali del gusto e alla sua omologazione. 

Come ho scritto sopra non voglio insegnare niente a nessuno, ma cerchiamo di guardare oltre il vetro della bottiglia, perché non ha senso dirci solo se un vino è “organoletticamente” più o meno buono. Posso definire “eccezionalmente” buona una bottiglia di Ornellaia, così come un Barolo di Rinaldi, ma non possiamo assolutamente mettere i due vini sullo stesso piano… e il motivo spero in qualche modo di riuscire a spiegarvelo, perché in questa differenza, risiede anche lo spirito che anima la mia passione e gli scritti di questo blog.


Nel suo piccolo SimodiVino è animato dal pensiero “sovversivo” di contribuire a diffondere una certa tipologia di cultura del vino…  il piacere di condividerlo con un sorriso, un inno alla gioia e alla bellezza, senza pensare che il giorno dopo si tornerà a timbrare il cartellino in una realtà dove tutto é terribilmente brutto, tanto ammazza la bellezza, la cultura, la natura e il rispetto per le persone.


Mentre il mondo corre spedito verso il consumismo con i paraocchi, il vino ci ricorda che per essere buono ha bisogno di prendersi il suo tempo.


Che bacco sia con voi... stay tuned!!




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Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

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...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

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Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

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da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.