Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...
Breve riassunto delle puntate
precedenti… partendo dai “classici”... sul Grignolino "Marcaleone"
ho già dato... e anche ridato... per me rimane il top, pochi vini mi creano una
dipendenza così forte... ne servirebbe almeno un bicchiere al giorno... un po’ come
il caffè della mattina... non puoi farne a meno... ti rigenera... Mi sono già
espresso anche in merito alla Barbera d'Asti "La
Svolta", vino assai piacevole e
piaciuto, tanto da farne oggetto per i miei regali natalizi un paio di anni fa
(ed è piaciuta). Geograficamente siamo nel Monferrato Casalese, e questi due
classici della tradizione piemontese sono naturalmente il cuore pulsante della
produzione di Crealto.
Impossibile fermarsi ai classici... in gita direttamente da Eleonora e Gigi per
scoprire che i due giovani e lanciatissimi compagni di Crealto hanno deciso di
darsi alle sperimentazioni, ottenendo fin da subito risultati entusiasmanti....
I loro vini a “4 mani” entusiasmano... e non poteva essere altrimenti, considerando
che le collaborazioni portano la firma di volti noti della viticoltura al
naturale, come Nadia Verrua per il super grignolino Crevijn
e quell'estremista (in senso enologico... meglio specificare visti i tempi...)
di Guido Zampaglione per il Flora,
un Sauvignon da uve macerate assai gustoso. Eppur qualcosa ancor mi manca... la
Barbera d'Asti sup. Vis.. pezzo unico, raro e pregiato… primo esperimento di
affinamento in anfora. Si guarda al futuro per tornare alla tradizione. C'è
curiosità in merito, e la volontà di assaggiare la Vis, vale il viaggio ad Alfiano
Natta.
Flashback targato settembre
2014… siamo giù in cantina, Eleonora sta preparando un paio di cartoni di vino che
mi porterò a casa... Gigi nel frattempo è in fase etichettatura... Fuori è una
bella e ventilata giornata di settembre... il Monferrato esplode davanti a me e
la vigna del Grignolino scende ripida sotto i piedi, carica di piccoli e
dolcissimi acini... si sta da dio qui su a Crealto... Un solo momento di
scoramento... chiedo la Vis e la Vis è finita. Solo 671 bottiglie prodotte...
un numero talmente esiguo che neanche ad andar su dal produttore riesci a
trovarla!! La mia faccia deve aver espresso tutta la delusione del momento,
tanto da far leva su quella buon'anima di Eleonora, che alla fine sacrifica una
delle poche bottiglie che aveva tenuto per loro… "per te una ce l'ho"
la infila nel cartone, ed eccomi qua.
Bando alle ciance che i
lettori eno-strippati vogliono sapere i dettagli... eccovi la pseudo scheda...
allora… Vis, Barbera d'Asti sup. 2011, una bomba da 15 gradi, segni particolari
buonissima. Caratteristico/originale affinamento in giare di terracotta (vedi
foto), da 250 litri. 20 giorni di macerazione a temperatura controllata in
vasche di acciaio inox, poi 12 mesi in anfora e 8 in bottiglia. Diciamo che è
La Svolta in versione anfora (Eleonora correggimi se sbaglio...). Non so
esattamente cosa aspettarmi, mai bevuta prima una Barbera affinata in
terracotta e che io sappia, forse questa Vis è anche l'unica esistente. Vado ad
assaggiare, gustandomi il vino e cercando anche di capire le possibili
influenze dettate da questo tipo di affinamento.
Bicchiere di gran livello,
barbera di classe mi verrebbe da dire, alla vista e soprattutto al sorso, che
si contraddistingue per grande pulizia e complessità, mantenendo intatte quelle
caratteristiche estrattive già riscontrate nella Barbera “La Svolta”. Quindi
c'è la potenza e il calore, c'è il frutto maturo, dolce e succoso, c'è densità
e materia. Si saturano le narici se prolungate la sniffata. C'è una vinosità
incandescente, un mix di sentori minerali e note balsamiche, spezie pungenti,
frutta rossa matura... Impressiona la beva, liscia, levigata, estremamente
pulita e dalla trama tannica vellutata. Scalda, punge, riempie, tondeggia e al
retrogusto ti rimane il palato pulito e un po' anestetizzato da un mix di
spezie e frutta sotto spirito. Stilisticamente ineccepibile, senza perdere in tensione
gustativa, dimostra fin da subito, di essere un “esperimento” ben riuscito.Una Barbera davvero stilosa.
Adesso la sparo grossa...
abbiate pietà di me enologi e luminari della Barbera piemontese... ecco provo a
chiudere gli occhi, immaginarmi questo vino senza etichetta alla cieca, senza
averne mai sentito parlare... fare il gioco del sommelier esperto che non
sono... Per la serie “prova ad indovinare di che vino si tratta”... ecco se
questo sarà il mio ultimo post è solo perché un fulmine mi avrà colpito... alla
cieca direi Barbera d'Alba affinamento in barriques non nuove. Probabilmente ho
detto la cazzata del giorno... speriamo non legga il post Luigi... ma questa sensazione
mi fa un po’ capire il lavoro dell'anfora e perché no, mettere qualche puntino
sulle "i", altrimenti perdo in credibilità e passo per un pusher di
Crealto, visto che continuo a parlare superpositivamente dei loro vini.
Come mi ha spiegato Eleonora,
la giara è un contenitore piccolo e poroso che consente una buona
ossigenazione, a cui si aggiunge la cessione di potassio dettata dalla
terracotta. Risultato… un vino che alla dolcezza tipica delle uve Barbera che
crescono a Crealto, denota una piacevole morbidezza e rotondità, a discapito
dell'acidità. Se l'effetto ricorda quello dei vini barricati, indubbiamente la
terracotta evita di trasmettere quei tipici sentori di legno e vaniglia che il
legno piccolo e nuovo rilascia, permettendo così alla Vis di mantenere
mineralità e terrosità.
Puntini sulle
"i"... per i tradizionalisti... ok, l'anfora è un recipiente
super-tradizionale e antichissimo, ma qui siamo in Piemonte e non in Mesopotamia...
a cui possiamo aggiungere che ultimamente si sente parlare sempre più spesso di
vignaioli (soprattutto nel panorama artigianal-naturista) che da nord a sud,
affinano in anfora... Quindi anfora, perché è di moda o perché è simbolo di
ancestrale tradizione?? Ma anche chi se ne frega... Crealto mi piace perché
sono giovani, con valori ben saldi e uno spirito aperto anche alle
sperimentazioni... e pazienza se qualche integralista tradizionalista
piemontese è già in sofferenza.
Secondo puntino sulla "i”…
mi è rimasta la sensazione che con l'anfora si sia persa un po' di quella
rustica e tagliente acidità che mi piace ritrovare nella Barbera d’Asti. Ne è
uscito un vino così "figo" che
vien meno quel contrasto tra la dolcezza e la succosità del frutto e la
spiccata acidità, il tannino che raspa.... a volte anche un po' scomposta, imperfetta, grezza, ma che
storicamente rende questo vitigno il più amato dai frequentatori di circoli ed osterie.
Diciamo una mia suggestione, un po' romantica… un po' alla Mario Soldati... Un déjà vu se volete, mentre sappiamo bene come oggi anche da questo storico vitigno, si possono ottenere vini di alto livello qualitativo.
Scherzi a parte senza troppe
seghe mentali da eno-invasati, la Vis è una bomba di Barbera... che può
intrigare anche i palati più viziati e ben abituati. Conservatene qualche
bottiglia ragazzi, che il primo giorno che "mi gira" salto in
macchina e vengo a fare scorta.
Come sempre i complimenti
sono obbligatori... avete tutto quello che noi "bevitori" si va
cercando... vini ottimi (e con la Vis anche qualcosa di unico)... un approccio
agricolo pulito e rispettoso, tanta passione. Se è vero che l’uva buona nasce
nei posti belli, è altrettanto vero che il vino rispecchiano l’anima del
vignaiolo, quindi per fare del buon vino, ci vogliono delle belle persone. “La
tradizione l’amiamo giovane” (cit.) è una citazione che calza a pennello
per i ragazzi di Crealto.
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