sabato 10 ottobre 2015

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi


Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.


Il Friuli bianchista è sotto “attacco” mediatico in seguito all'articolo del Piccolo sul Sauvignon "truccato nell'aroma"... come dire brutta storia davvero... di quelle che non solo danneggiano i produttori furbacchioni, ma che rischiano di coinvolgere l'intero movimento bianchista friulano, compresi quelli che non coinvolti. O forse no, come spesso accade nei momenti di "crisi" chi da sempre lavora bene e onestamente riesce ad emergere ancora più forte di prima... 

Ho così volutamente  deciso di ripartire da qui… da quel Corno di Rosazzo, dove troviamo alcuni dei terroir migliori dell’intero Collio, ma soprattutto dove ha sede la cantina e parte dei vigneti de “I Clivi”, a mio modesto parere una delle realtà più interessanti della zona. Ho in cantina tutti i loro vini e sono stato da loro… ho già scritto di quell’incredibile Brazan 180 mesi (vorrei dire... uno dei bianchi più fighi che abbia mai bevuto...), ed oggi voglio raccontarvi di questa semplice quanto super Ribolla, che tanto mi piace e che tanto prende le distanze da molte delle versioni che mi capita di assaggiare, sia che si parli di ribolle "standardizzate" al gusto, sia che si parli delle versioni orange come si usa fare qui in Friuli. 

Ecco quando sono andato su ad incontrare il sig. Zanusso, il primo vino che mi ha fatto assaggiare è stata questa Ribolla del 2013… ed è stato amore al primo sorso. Un vino di una leggerezza incredibile, essenziale, quasi scarnificato. Un lavoro di sottrazione per portare nel bicchiere l’essenza del vitigno e del terroir. Immagino che un vino del genere possa non piacere a tutti… sopratutto per chi adora quelle Ribolle molto gialle e tropicaliste, ma forse proprio per la sua particolarità, unita alla suggestione di averlo bevuto la prima volta proprio li, dove viene prodotto, è stato un colpo di fulmine. (per correttezze con la ribolla non si parla di Collio, ma di colli orientali del Friuli...)

Già l’etichetta ci da un indizio importante… gradazione alcolica 11%vol., volutamente bassa, una scelta consapevole, la volontà di proporre un vino leggero e da bere con disinvoltura. Versi ed ecco subito un altro indizio… vino di un paglerino scolorito… dovete versarne in buona quantità ed avere uno sfondo bello bianco, per coglierne il colorito giallo tenue tendente al trasparente. Molto fluido, dinamico, pulito.

All’olfatto è questione di gusti. E’ quanto di più lontano possiate trovare da i bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi. Questa Ribolla è un “vertical garden”, dritta, lineare, rocciosa, citrina, erbacea, amarognola, con qualche sbuffo di terra umida. 

La beva è di una leggerezza esaltante… più la bevi e più ti vien voglia di berla. Fine, lineare, fresca, tesa e minerale ma senza eccessi, grazie ad una acidità spiccata ma naturalissima, senza avvertire mai alcuna sensazione di pesantezza o fastidio. Ripeto per qualcuno può sembrare un vino troppo beverino e scarico… ma se vi lasciate coinvolgere potete berne un cartone in una sola serata. Superlativo e a suo modo originale.

Su come lavorano I Clivi non si discute... approccio natural con l'obbiettivo unico di rendere giustizia al vitigno e sfruttare la qualità indiscussa delle loro uve... il che significa acciaio e solo acciaio per i bianchi... fermentazione sui propri lieviti e 6 mesi di affinamento sulle fecce fini. No chiarifiche e no macerazione. Solo una leggera chiarifica prima di finire in bottiglia. Una ribolla che è un soffio di vento... al top nella categoria...  In enoteca (e purtroppo anche in cantina) sulle 15 euro.

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