mercoledì 28 maggio 2014

FALCO PEREGRINO 2012 - Terre Siciliane I.G.T. - Bosco Falconeria

...un indissolubile legame con la terra, la volontà di essere contadini senza scendere a patti con un sistema commerciale e di marketing, che anche in Sicilia vede molte aziende vitivinicole, produrre vini figli dell'omologazione e delle esigenze di mercato.


Bosco Falconeria é un'altra di quelle belle realtà contadine del sud, che noi qui al nord, abbiamo l'opportunità di conoscere ed apprezzare i loro prodotti, grazie ad iniziative come La Terra Trema, che nel corso degli anni ha portato nel cuore di Milano "la qualità" di tanti vignaioli sovversivi.

Nata negli anni 30 e situata nell'omonima contrada tra Alcamo e Partinico, sulle colline sovrastanti il Golfo di Castellammare, Bosco Falconeria é un'azienda agricola di circa 17 ettari, gestita da Antonio Simeti e la moglie Mary Taylor, oltre che dalla figlia Natalia Simeti e il marito finlandese Rami Salo. Azienda di famiglia, abbandonata per un breve periodo sul finire degli anni 60 e poi recuperata con forza di volontà e passione, diventando sul finire degli anni 80 una delle prime aziende agricole ad intraprendere la strada del biologico e successivamente della biodinamica. La coltivazione della vite ha sempre avuto un ruolo centrale, con circa 6 ettari di vigneti autoctoni siciliani, Catarratto in primis, ma anche un po' di Nero d'Avola. Il resto dei terreni sono un esempio lampante di biodiversità, oltre alle uve troviamo infatti ulivi, numerosi alberi da frutto, ortaggi e seminativi. Conduzione natur, biodiversità, sostenibilità energitica attraverso un impianto fotovoltaico, vendita diretta, co-produzioni, corsi di Tai Chi Chuan e soprattutto prodotti a marchio "Pizzo Free", essendo associati al comitato Addio Pizzo. 

E' sempre un piacere scrivere di produttori che fanno dell'etica un loro punto di forza ed invitano noi acquirenti ad un consumo critico, soprattutto in tempi in cui anche le grandi industrie del vino sventolano il marchio bio e ci bombardano con ingannevoli immagini di artigianato rurale, credo sia doveroso mettere i puntini sulle "i" e sostenere chi il "vino critico" lo produce veramente, attraverso un indissolubile legame con la terra, la volontà di essere contadini senza scendere a patti con un sistema commerciale e di marketing, che anche in Sicilia vede molte aziende vitivinicole, produrre vini figli dell'omologazione e delle esigenze di mercato.

I vitigni di Bosco Falconeria sorgono in zona collinare a circa 250 metri di altitudine, allevati a spalliera su terreni calcarei a medio impasto. Conduzione naturale dei vigneti, non vengono utilizzati prodotti di sintesi e  anche i trattamenti con rame e zolfo sono ridotti al minimo indispensabile. 3 i vini prodotti, per una produzione totale inferiore alle 10.000 unità, principalmente Catarratto, ma anche 2000 bottiglie di Nero d'Avola e un migliaio di Falco Peregrino, lo stappato di oggi.

Trattasi di vino bianco da uve Catarratto extralucido in purezza, provenienti da vigneti con quasi 15 anni di età e una resa di circa 75ql. La raccolta manuale delle uve avviene a settembre, quando si raggiunge una completa maturazione. Macerazione sulle bucce, solo acciaio e soprattutto nessuna aggiunta di solfiti, nè in fase di lavorazione, né in fase di imbottigliamento. Gradazione alcolica di 11 gradi e prezzo in enoteca sotto le 10 euro (pagato 7 direttamente dal produttore).

Appena versato nel bicchiere l’impatto visivo svela fin da subito il carattere di questo vino. Il caratteristico colore a “buccia di cipolla” inserisce di diritto il Falco Peregrino nella categoria degli “orange wine”, ma possiamo anche osservare un vino piuttosto dinamico e pulito, quasi a volerci dire “ok mi hanno macerato ma non in maniera così estrema”… qualche particella in sospensione si nota, più che altro dovuta ad un po’ di sedimento naturale, ma siamo ben lontani da alcuni macerati “estremi” affrontati in passato, densi e torbidi. Naso e palato vanno a braccetto, a conferma di quanto osservato nel bicchiere, bianco macerato ma senza eccessi. All’olfatto non è per nulla invadente, piuttosto timido ma persistente. Se ne esce con note di agrumi, mandorle amare, frutta secca, salvia, idrocarburi e lieve trama salmastra. La beva è piuttosto snella e scattante... attacca dolce e chiude amarognola, lasciando al palato una piacevole sensazione liquorosa. Meno complesso e articolato, ha il merito di mantenere una piacevole acidità e una bella mineralità, come se ci trovassimo al cospetto di un bianco giovane e beverino ma in versione macerata. Rispetto ad altri macerati estremi, tanto particolari e originali al gusto, (ma che spesso risultano impegnativi dopo due o tre bicchieri), questo Catarratto, sa essere originale, per qualcuno insolito, ma anche assai godibile e digeribile. 

Non un grande bianco nel senso più comune del termine (come ad esempio può essere definito il Trebbiano di Valentini) ma un ottimo vino di territorio dal rapporto qualità-prezzo invidiabile. Come in occasione del Grillo di Barraco, anche con il Falco Peregrino troviamo nel bicchiere un sorso di Sicilia, un sorso artigianale e contadino che esalta il carattere di una regione enologicamente ancora ricca di contraddizioni
 

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