sabato 19 gennaio 2013

PASSAGGI ETILICI... TERZA SOMMINISTRAZIONE... FOCUS SARDEGNA


Prosegue anche in questo inizio di 2013 la collaborazione tra Simo diVino e l'enoteca Avionblu. La formula é sempre la stessa, un trittico di vini da assaggiare e da raccontarvi. Per la precisione, dopo i 3 vini per l'autunno e i 3 vini per un Natale biodinamico, iniziamo l'anno con un focus regionale, ovvero 3 vini sardi, cercando, con 3 semplici mosse (ovvero 3 stappati...), di abbracciare il panorama vitivinicolo dell'isola dei 4 mori. Partiamo...

La cultura vitivinicola é radicata da secoli nel popolo sardo, tanto che anche ai giorni nostri, non é raro incontrare vignaioli "fai da te", che producono piccole quantità di vino per loro uso e consumo. Un contesto vitivinicolo unico, dove a farla da padrone sono le uve Cannonau, Carignano e Vermentino, sicuramente tra le più conosciute, ma anche vitigni antichi come la Vernaccia e la Malvasia di Bosa, a cui si aggiungono altre varietà, forse meno conosciute, ma altrettanto nobili e caratteristiche (dal Monica al Mandrolisai, passando al Girò, il Nuragus, il Nasco ecc...). Il clima caldo e secco e la conformazione dei suoli, ha favorito la presenza, ancora oggi, di parcelle costituite da vigneti centenari, oltre a forme di allevamento della vite ad alberello e a piede franco. 

Ne derivano vini dalle forti tinte, potenti, concentrati, ricchi di zuccheri e dalla gradazione alcolica elevata. Non bisogna però pensare a dei vini muscolosi e pesanti, al contrario, sono spesso vini assai godibili e piacevoli, caldi, rotondi, succosi ed equilibrati (anche se ricordo un "portentoso" Cannonau da 15° comprato da un "piccolo" contadino vicino ad Orgosolo.. non proprio "equilibrato"). La ricca biodiversità dell'isola, consente inoltre di ritrovare nei suoi vini alcuni caratteristici profumi mediterranei, come mirto e mandorle, erbe aromatiche e sensazioni marine. 


Ruolo di rilievo, tra i produttori sardi, é svolto dalle numerose cantine sociali, in grado di raccogliere e associare centinaia di piccoli produttori. Una viticoltura soprattutto di quantità, alla quale però va riconosciuto un ruolo “popular” e "social", nel valorizzare tante piccole "vigne da giardino", diventate una forma di reddito per tanti agricoltori locali, che hanno iniziato a vendere le proprie uve alle cooperative vinicole, anziché produrlo solo per se stessi. Come è avvenuto nel resto d’Italia, anche in Sardegna negli ultimi 30/40 anni si è deciso di innalzare il livello qualitativo, sfruttando l'ottimo potenziale delle autoctone uve sarde, ricavandone vini importanti, moderni e dal respiro “internazionale”, in grado di giocarsela con le più famose e "tre-bicchierate" cantine italiane. Sono anni in cui si affermano i vini colorati e concentrati, ricchi di polpa dolce e alte gradazioni alcoliche. Caratteristiche che, come abbiamo scritto sopra, i vini sardi hanno nel loro dna.

La Sardegna inizia a guardare ai successi della dirimpettaia Toscana, ed inizia un nuovo corso, quasi un mix tra antico e moderno, vigne antiche che incontrano barriques nuove... con quali risultati? Lo scopriremo... il nostro focus parte proprio da qui, diciamo dal vino sardo più facile, moderno e conosciuto ai più.

Ecco il Terre Brune, un Carignano riserva del 2008, prodotto da Santadi, cantina con mezzo secolo di storia alle spalle, che negli anni 70, grazie al contributo di Giacomo Tachis (amato/odiato enologo che ha lanciato la “moda” dei supertuscan di taglio bordolese) ha segnato la rinascita (anche commerciale) del Carignano del Sulcis. 


In un panorama frastagliato e fortemente territoriale come quello sardo, oltre alle cooperative e alle grandi aziende vitivinicole, non mancano certo i piccoli e medi produttori, che anzi, rappresentano il fiore all'occhiello della viticoltura sarda. Parleremo anche di loro ovviamente, stappando il Tanca Li Canti di Panevino (mix Cannonau/Alicante), 4 ettari vitati a regime biologico, per una delle più interessanti ed originali realtà del vino naturale sardo insieme a Dettori. 

Per concludere uno "stappato" nel segno della tradizione, con un vino classico e storico come la Vernaccia di Oristano, delle antiche cantine Contini, fondate nel lontano 1898… Assaggeremo l'ultima annata appena uscita, un 2002, dopo ben 10 anni di botte.

3 vini e 3 cantine quindi, che ben rappresentano l’odierno panorama vitivinicolo regionale nelle sue varie entità. Spero di avervi dato i giusti stimoli, per andare alla scoperta di queste etichette.  Rimanere sintonizzati é d'obbligo. Ajò…

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