mercoledì 28 novembre 2012

LA TERRA TREMA 2012 [Tengo la posizione]


"Tengo la posizione, cavalco gru e tralicci, conquisto i tetti di cie e recinzioni. Stringo in mano la pietra e l'arancia, curo la vigna e il campo, sfido il tuo cemento".

Frase semplice ma intensa che racchiude l’essenza della Terra Trema, imperdibile appuntamento di fine novembre presso lo spazio pubblico autogestito del Leoncavallo di Milano. Siamo alla sesta edizione della rassegna organizzata da "il Folletto 25603" di Abbiategrasso e come ogni anno anche il sottoscritto e compagnia é presente e partecipe all’iniziativa...“Tengo la posizione” é il motto di quest’anno e della bellissima locandina disegnata da Simone Massi. 

L'iniziativa é cresciuta nel corso degli anni, ma senza mai cambiare pelle, un filo conduttore che parte da Veronelli e il suo progetto Critical Wine, per una festa contadina che più di ogni altra ne ha saputo cogliere l'eredità e la sostanza. Nel mio ruolo di fruitore e divulgatore attraverso questo blog, spero anch'io di dare il mio piccolo contributo a “far tremare la terra”, raccontando e promuovendo questa iniziativa, a cui partecipo dalla prima edizione, acquistando vini e prodotti... ben felice di versare le 8 euro di sottoscrizione. Da sempre vi sostengo e sempre lo farò.

Alla Terra Trema i tecnicismi passano in secondo piano, poco importa se devi scaldare il bicchiere perché i rossi sono troppo freddi, quello che conta è esserci, sentirsi partecipi di un piccolo evento popolare e di grande partecipazione collettiva, una fiera mercato dove tutti si sentono (chi più chi meno) protagonisti. E' una festa per gli agricoltori ma anche per gli appassionati, entrambi uniti nell'approcio "critico e antagonista" di porsi al sistema produttivo. Sarà la sua informalità, sarà l'atmosfera "partecipata" del pubblico, sarà che il Leo é stato (ed è ancora anche se con meno frequenza) il luogo di molte serata di gioventù, sarà che non mi sono mai perso un’edizione, sarà il suo taglio "politico"... ma la Terra Trema rimane la rassegna eno-gastronomica che più sento e mi porto nel cuore. 

"Agricoltori, vignaioli, spazi occupati – autogestiti e indipendenti -  pratiche di r-esistenza nei territori: in questo meraviglioso e pazzo incontro sono racchiuse la forza e la necessità stessa de La Terra Trema". e ancora "Da 6 anni La Terra Trema porta nel cuore di Milano le mille narrazioni delle agricolture partigiane e ribelli; le molteplici storie di rivolta di chi abita territori assediati da cemento, capannoni, infrastrutture devastanti calate dall’alto e di chi vive territori con specificità paesaggistiche e produttive uniche e straordinarie. La Terra Trema è manifestazione dedicata all’agricoltura di qualità, quella che in Italia quotidianamente lotta per tutelare suolo e socialità, colture e cultura, enogastronomia non elitaria e un’idea differente di sviluppo."

Quest’anno "tengo la posizione" e non manco all’appuntamento, ma anziché presentarmi all’apertura del venerdì, decido di presidiare alla chiusura della domenica sera… giusto per testare la resistenza dei vignaioli dopo 3 giorni intensi di fiera! Arrivo che sono ormai le 17, ho 3 ore di tempo prima della chiusura e decido di prendermela “easy”… salutare un po’ di persone che nella ressa di Fornovo avevo saltato e poi assaggi di qua e di la non proprio programmati. Garantito come sempre il colpo d’occhio ad effetto del salone centrale... rispetto al venerdì dell’anno scorso c’è meno gente, il che rende l’ambiente più vivibile e facilita chiacchiere e degustazioni ai banchi d'assaggio. Lo zoccolo duro dei vignaioli è sempre presente, ci mancherebbe… devo ammettere ho incontrato qualche faccia nuova, non so se si tratta di una scelta ponderata o di sostituzioni causa defezioni, ma bene così… (peccato mancassero i ragazzi di Crealto, loro qui ci stavano alla grande!)

Parto proprio da una “new entry”, ovvero Carlo Tabarrini di Cantina Margò… ho assaggiato tutto il suo "armamentario", davvero interessante considerando la giovane età della cantina… mi porto a casa il suo rosso 2010 da uve Sangiovese… bell'esempio di freschezza e beva gagliarda, non ancora del tutto pronto, ma il futuro è dalla sua parte e può solo migliorarsi… passo da un'altra "new entry", ovvero l'Acino, ma vedo Dino impegnato in chiacchiere e con poche bottiglie sul tavolo, si vede che i ragazzi non si sono risparmiati nei giorni precedenti... ripasso dopo, ma Dino non c'è più e il banchetto é in stato di semi-abbandonato... pazienza vi saluto da qui. Rimango in Calabria per un assaggio di Cirò da  Sergio Arcuri, peccato non essere riuscito a parlarci, ho trovato il suo Aris da uve Gaglioppo davvero notevole. Elegante già alla vista, si traveste da grande ma con ottima bevibilità. Rapporto qualità/prezzo invidiabile. 

Faccio il giro dei rossi de "La Basia", vini del Garda bresciano, principalmente a base Groppello, ma ad intrigarmi é soprattutto il "Predefitte", prodotto con uve Rebo e Barbera... mai provato prima... bella scoperta... Rimango in regione ma salgo di quota e arrivo in Valtellina, per conoscere "Triasso e Sassella", una piccola cooperativa agricola di 5 produttori con un'unica fede... ovvero il Sassella... da nebbiolista porto a casa una bottiglia, la posizione al fianco del "Stella Retica" di Ar.Pe.Pe giù in cantina e tra qualche anno si vedrà... Da Nebbiolo... a Nebbiolo con la "N" maiuscola per un assaggio di Pié Rupestris da Cappellano e un sorso del suo mitico Barolo Chinato... quasi una medicina che mi rimette in pista, spezie a mille per un vino davvero unico. 

A proposito di vini particolari, ringrazio Federico "Legno" per avermi portato al banco assaggi di Calcabrina, il suo Montefalco Rosso biodinamico da uve Sagrantino in purezza é davvero una bella scoperta, a partire dalla veste grafica originale, al vino decisamente piacevole... succoso e quasi balsamico al naso. Forse eccede in dolcezza e necessita ancora un paio di annetti in cantina... non posso non comprare una bottiglia... ne sono sicuro... mi gusterò un vino che spacca. Un salto da Cascina Zerbetta, non male il rosso e la Barbera, ma senza entusiasmare, tanto che alla fine, mi intriga maggiormente il loro bianco Quattrocento a base Sauvignon. Decido di saltare qualche "mostro" sacro della Terra Trema, giusto per non andare sempre dai soliti... quindi quest'anno niente Amarone da Aldrighetti, ma salto anche marchigiani, toscani e veneti... e passo direttamente al giro dei saluti... non prima di una breve sosta da Brunnenhof Mazzon, che come avrete dedotto arriva dall'Alto Adige e produce un Pinot Noir riserva davvero notevole, fine e ricco di frutta. Davvero ottimo, prenoto già una bottiglia per l'anno prossimo, perché ho appena fatto spesa dalla Dalzocchio a Fornovo.

Parto da Cantina Conti… giro di assaggi e un inchino al super-Boca del ’91, 20 anni e non sentirli. Elena e Paola sempre in gran forma… direi quasi “esplosive” (e chi ha sentito il botto di sabato sa che non mi riferisco solo a loro), baci-abbracci, foto di rito e alla fine me ne vado con i loro biscottini preparati dalla sapienti mani di Daniele Marziali (da scrivere con la A cerchiata… che purtroppo non riuscirò ad incontrare), non prima di un'incursione volante di Daniela "La Marca di San Michele" piuttosto "Capovolta".. ma é rimasto solo il Pigro 2010 e quando passo da loro hanno già "sbaraccato". Dall'alto Piemonte al Monferrato per incontrare Guido "Grillo" Zampaglione. Basta avvicinare il naso al bicchiere per riconoscere i suoi vini anche alla ceca. Rifaccio il giro degli assaggi perché mi piacciono tutti, prima di farmi sorprendere dalla chicca "sottobanco"... un bianco a base Sauvignon ancora senza nome e ancora non pronto, ma che promette molto bene, fresco, aromatico e apparentemente molto più semplice e snello rispetto al resto della linea, da bersi giovane. Il nuovo jolly di Tenuta Grillo... Alla fine me ne vado con un pacco di riso "Carnaroli" e per ringraziare, racconto a Guido che in quel salone vidi un indimenticabile concerto dei Fugazi nel 1999.

L'ora é tarda, il vino in corpo ad un buon livello e la panza é ancora vuota... non posso mollare il salone senza un salto dai Quat Gat, assaggio la sorprendentemente buona Vespolina in purezza di Matteo, prima di virare sui Gattinara. Saluto Luca e mi faccio aprire una bottiglia di Gattinara 2006 per la cena. Come sempre darà soddisfazioni... pieno, rustico, caldo... l'eleganza non abita qui... ma nessuno la stava cercando! Nel frattempo (per gli amanti della cronaca), l'Agricola Garella si aggiudica l'ambita Roncola d'Oro, mentre a noi rimane solo il tempo di far tavolata in cucina Pop, con l'aggiunta di due ottimi formaggi dell'agricola Il Tasso, giusto per ricordarci che anche nella mia provincia ci sono realtà interessanti con prodotti qualitativamente validi (favoloso il gorgonzola di capra). E poi sono di Piero... un luogo magico che i freak del varesotto ben conoscono.

A grappino ultimato e Leoncavallo svuotato metto la parola fine alla mia Terra Trema 2012... anche quest'anno i trattori hanno invaso la città... agricoltori, vignaioli, scrittori, enogastronomi, appassionati, spazi resistenti, cittadini, paesani, partigiani... in alto i calici, in attesa che la Terra torni a Tremare nel 2013.... si sente già in lontanza il rombo dei trattori...

lunedì 19 novembre 2012

SECONDA SOMMINISTRAZIONE... NATALE BIODINAMICO...


PASSAGGI ETILICI… Eno-racconti ad alta gradazione alcolica.


Prosegue la rubrica Passaggi Etilici in collaborazione con l’enoteca Avionblu. Dopo la prima somministrazione, in cui abbiamo proposto 3 vini dalle suggestioni autunnali (giusto per chi si fosse perso la prima puntata, trattasi del Timorasso Costa del Vento di Walter Massa, della Barbera Vigna della Madre di Ettore Germano e del Groppello di Revò di Augusto Zadra.. mica robetta..) ripartiamo con il secondo trittico di vini... questa volta dedicati al Natale, festa amata ed odiata, ma che comunque vada, smuove i consumatori di mezzo mondo.

Per festeggiare dignitosamente il Natale, si è (chi più, chi meno) disposti a fare qualche sacrificio economico extra… sia per accontentare figli e nipoti, sia per mettere sul tavolo qualche prelibatezza e una buona bottiglia di vino. Una festa dietro l’altra, dalla vigilia all’Epifania è tutto un susseguirsi di tavole imbandite e bottiglie stappate tra parenti ed amici. Sono queste le occasioni “speciali” per acquistare qualche vino particolare o svernare qualche prestigiosa riserva abbandonata in cantina.

Così mi son detto.... perché non proporre 3 vini  per il pranzo di Natale? Un bianco per gli antipasti, un rosso per i secondi e un vino per il dolce. E allora perché non un trittico di vini biodinamici? Un' alternativa ai soliti nomi, un modo per proporre vini originali, frutto del lavoro "senza trucchi" di vignaioli autentici. Un modo per stimolare la curiosità dei vostri ospiti e se volete... essere "alla moda", visto l'interesse crescente verso i così detti vini naturali. 

E poi diciamocelo, se proprio vogliamo spendere dei soldi nell'acquisto di vino per il pranzo di Natale, meglio investirli nei piccoli produttori, nei vini autoctoni, prodotti con rispetto per il terroir e la sua storia. 

Stufi del solito pranzo di Natale? Provate con i vini biodinamici, provate a proporre un Natale che ingrassi meno le multinazionali e sostenga i nostri piccoli ed "intelligenti" artigiani del vino. 

Per Passaggi Etilici proponiamo e assaggiamo per voi dal catalogo di Avionblu (così sapete anche dove trovarli...) il Sophia di Cantina Giardino, 100% autoctone uve Coda di Volpe, da vigne con oltre 70 anni di età, prodotto in poco meno di 900 bottiglie e macerato in anfora. Un bianco estremo che farà molto discutere. A seguire un rosso, ideale per i secondi di carne, come il Montecucco di Campinuovi, un Sangiovese in purezza che profuma di Toscana. E poi i dolci... basta champagnino e spumantino, vi proponiamo questo Moscato passito al Governo di Saracena dei Feudi di San Severino, un vino semplicemente unico, un tesoro Calabrese poco conosciuto, prodotto con un procedimento secolare, tanto da diventare un presidio Slow Food.

Se poi in cucina siete delle frane e proponete le solite tartine burro e salmone, non fa niente.. ci saranno i vini a farvi guadagnare rispetto!! Stay Tuned..

mercoledì 14 novembre 2012

IL ROSSO DELLE DONNE 2007 - Boca D.O.C. - Cantine del Castello Conti

...Abbiamo a che fare con una piccola realtà artigianale, fortemente legata alle tradizioni e al terroir, una DOC storica, valorizzata da un approccio naturale e da sinergie culturali, che ne valorizzano ulteriormente il progetto. Direi che ci sono tutti gli elementi per stimolare l'interesse di ogni eno-apassionato!


Ci sono così tante cose da raccontare in merito a questo Boca e a questa cantina che mi trovo "quasi" in difficoltà... Tanto più una bevuta sa essere "interessante" tanto più mi incasino poi a scrivere perché é difficile riuscire a mettere su carta emozioni e suggestioni. Qui c'è un sacco di carne al fuoco e non so da che parte cominciare. Cercherò di non tediarvi e rubarvi troppo tempo (so di essere fuori format per il web... ma mi vedi preoccupato?).

Allora partiamo da Elena, Paola, ed Anna, le tre sorelle Conti che attualmente gestiscono vigne, cantina e castello. Ereditano il tutto da loro padre, viticoltore con la passione per il Boca. Per chi non lo sapesse siamo a Maggiora in alto Piemonte, provincia di Novara,  terra devota al Nebbiolo più "ostico" (qui chiamato Spanna), ma anche ad altre varietà come l'Uva rara e la Vespolina. Da queste parti nascono vini importanti come il Gattinara, ma anche altre tipologie non meno interessanti come il Boca, il Ghemme, il Bramaterra, il Fara e il Sizzano. 

Dagli anni 60 il sign. Ermanno Conti sposa la causa del Boca ed oggi le tre figlie perpetuano la tradizione di famiglia, continuando con il loro piccolo ettaro di vigna a valorizzare questo storico vino. Dal 1996 il loro Boca prenderà il nome di "il Rosso delle Donne", proprio a suggellare una gestione aziendale tutta al femminile. Inizia così il nuovo corso della cantina Conti, quasi una sfida, che riparte dalle tradizioni e si apre verso la vitiCOLTURA e la vitiCULTURA. Elena segue il processo produttivo sia in vigna che in cantina e lo fa nella maniera più "naturale" ed "onesta" possibile, l'onestà (e la volontà), di chi produce (e ci vende) vini senza trucchi. Poi c'è l'aspetto eno-culturale, la capacità di intrecciare e valorizzare il vino attraverso opere artistiche ed iniziative culturali a 360°. Anche per questo "il Rosso delle Donne" é una piccola opera d'arte. 

Solo un ettaro di vigna con rese bassissime, zero pesticidi e diserbanti per una produzione che si aggira sulle 3000 bottiglie. Quella del Boca é una DOC storica delle colline Novaresi e in casa Conti si produce con il 75% di Spanna (Nebbiolo), il 20 % di Vespolina e il 5 di Uva Rara (Bonarda Novarese). Fermentazione in vasche d'acciaio con lieviti indigeni, quasi un mese di macerazione e maturazione per 3 anni in botti di legno, prima dell'affinamento in bottiglia. 

Ho conosciuto Elena e Paola a "Sorgente del Vino Live" di Agazzano, dove ho assaggiato tutti i loro vini e chiaccherato di alcune conoscenze comuni (un saluto ai miei soci di coop. Totem, Stefano e Marco), oltre ovviamente ad aver acquistato una bottiglia del loro Boca 2007. Sapevo che questo vino non si offende se viene dimenticato, (avevo assaggiato con entusiasmo alcune vecchie annate di Boca al Nebbiolo Grapes), però ogni volta che scendevo in cantina a prendere una bottiglia, "Il rosso delle Donne" mi catturava lo sguardo (sarà per il suo fascino femminile), ma alla fine non ho resistito e al primo week-end di autunno pieno, l'ho spremuto fino all'ultima goccia.

Elegantemente brillante nel suo rosso rubino tendente al granato, pulito e trasparente, si fa apprezzare per intensità e persistenza. Inizialmente piuttosto chiuso e incupito, esprime soprattutto il suo lato più maschio, vinoso, alcolico e terroso. Dimostra però di essere un grande vino, proprio per la sua capacità evolutiva nel bicchiere, andando ad aprirsi con il passare del tempo e svelandoci il suo lato più femminile e aggraziato, quel tocco di eleganza, finezza e buon gusto che mi aspettavo, perché un vino riesce sempre (o almeno dovrebbe) rispecchiare il carattere del suo produttore. E così sarà, il bouquet si apre verso note più delicate, come il sottobosco a bacca rossa, i sentori floreali (rosa e violetta) e le più piccanti e pepate note speziate e minerali. Pronto ad assaggiare,  mi aspettavo un vino "difficile" e piuttosto austero, ed invece mi ha sorpreso per la sua incredibile bevibilità, tanto da impedirmi di avanzare il solito bicchiere del giorno dopo. E' un vino di buon corpo e ottima struttura, asciutto e sapido con una trama tannica importante, con una decisa (ma mai invasiva) componente alcolica (13%vol.). Un vino di grande longevità e dalla grande capacità evolutiva, questo 2007, si dimostra un  Boca Junior(s) (e scusatemi la battutaccia calcistica), tanto é "fisicamente" giovane. Acidità e mineralità lo rendono assai bevibile, dinamico, equilibrato e di grande piacevolezza. Mi é piaciuta molto questa sua capacità di avere le caratteristiche tipiche del vino importante ma senza rimanere mai sulle gambe, sempre presente, vivo e amabile,  "degustabile" davanti al caminetto, ma anche "gustabile" nella sua funzione alimentare. Ottimo anche nel finale, lungo, pulito, preciso, fine ma con personalità. 

Che altro aggiungere? Non voglio anagrammare il termine post in spot, ma credo sia impossibile trovare un solo elemento di negatività per non consigliarvi vivamente l'acquisto di questa bottiglia. Abbiamo a che fare con una piccola realtà artigianale, fortemente legata alle tradizioni e al terroir, una DOC storica, valorizzata da un approccio naturale e da sinergie culturali, che ne valorizzano ulteriormente il progetto. Direi che ci sono tutti gli elementi per stimolare l'interesse di ogni eno-apassionato. Come é scritto sulla retro etichetta, questo Boca é un "piccolo gioiello dell'enologia piemontese", abbiate solo la pazienza di saperlo aspettare. 

Prezzo di acquisto sulle 23 euro al banco assaggi (se ben ricordo), non proprio per tutte le tasche, ma direi un rapporto qualità/prezzo ottimo se pensate a tutto quello che ho scritto fin qui. Abbinamento gastronomico con piatti rustici della tradizione piemontese... magari davanti ad una fumante paniscia novarese.

uno scatto nel giardino del Frida Kahlo museum
Per questa volta niente consiglio/abbinamento eno-musicale.
Considerando l’interesse delle sorelle Conti nel coniugare vino ed arte, con le mie ultime frequentazioni messicane, che mi hanno portato a visitare la sua casa "Azzurra" (ora museo) a Città del Mexico; mi sento di consigliarvi la lettura della biografia di Frida Kahlo mentre sorseggiate questo Boca. La pittrice tedesca, messicana d'adozione e sposata con “l’artista della rivoluzione” Diego Rivera, fu personaggio controverso e irrequieto, di grande fascino e mistero, tra amori sofferti e grande passione politica. “Il Rosso delle Donne”, può essere una “compagna” di lettura ideale. 

Questo é il Boca del Castello Conti... un vino al femminile che con il suo fascino da "signora in rosso", non potrà lasciarvi indifferenti. Proprio come Frida Kahlo. Il vino é anche cultura e le Cantine Conti sono qui a dimostrarcelo.

martedì 6 novembre 2012

VINI DI VIGNAIOLI 2012 - Fornovo Taro


Il primo novembre di giovedì é l'occasione giusta per qualche giorno fuori casa. 2 mesi di lavoro dopo l'ultima esperienza messicana, sono sufficienti per richiedere qualche giorno di stacco. Sfruttiamo l'assolato venerdì per una bella pedalata nelle Valli di Comacchio, così domenica sulla strada del ritorno,  posso fare una deviazione a Fornovo per Vini di Vignaioli, la consueta fiera vinicola dedicata ai produttori di vini naturali e autentici. Nonostante siano già parecchi anni che si tiene questa iniziativa, riesco a parteciparvi per la prima volta. La lista dei produttori partecipanti é piuttosto interessante e ci sono un bel po' di vini da provare. 

Arrivo da Ferrara in un'ora e mezza di guida assonnata, tra le sferragliate elttro-industriali dei Nine Inch Nails e la pioggia battente. Alle 11.00 sono li, il parcheggio é già pieno e c'è un bel movimento. 12 euro per entrare, 13 se vuoi anche la guida. Prendo il mio bel bicchiere serigrafati e mi tuffo nella tensostruttura affollata. 

Prima di raccontarvi dell'interessante tour tra i banchi assaggi (tutti con esito positivo!!) permettetemi qualche considerazione sulla fiera. Voglio spezzare una lancia a favore degli organizzatori per la scelta dei produttori invitati e la possibilità di acquistare direttamente i vini, oltre al gentile "servizio d'ordine" dei signori della pro-loco. A loro svantaggio gioca la location poco suggestiva e molto rumorosa (anche se questo conferisce al tutto un'atmosfera più popular e meno fighetta...), tanto da rendere difficoltoso interloquire con i vignaioli. I banchetti sono piuttosto piccoli e quindi affollati, costringendomi ad attese piuttosto lunghe. Il vino bisogna saperlo aspettare... anche quando si é al banco assaggi... (e lo dico ad alcuni appassionati presenti domenica). Se siete impazienti potete passare al produttore successivo, senza bisogno di scavallare il sottoscritto che ha pazientemente aspettato il suo turno. 

Detto questo passiamo al "wine tasting tour", che mi ha permesso di scoprire e conoscere alcune interessanti realtà di cui avevo sentito parlare un gran bene. Tra facce conosciute (chiedo scusa ad Aurora, alle sorelle Conti e a Guido per non essere passato da loro... ma eravate sempre impegnati!!) decido di partire dalla Toscana senese (ok, era il produttore più vicino all'ingresso e avevo "sete", non é che ho deciso molto...) per stringere la mano e portarmi a casa il godibilissimo Chianti (e il farro!) di Pacina. Qualche banco più avanti sola soletta, trovo Elisabetta Dalzocchio. Finalmente direi!! Non vedevo l'ora di provare il suo Pinot Nero, tanto l'ho sentito decantare. E' piacevolissimo ascoltare questa sorridente vignaiola, che con grande modestia mi racconta la sua storia e il suo legame con il Pinot, unico vino da lei prodotto con grande maestria, dopo una folgorante visita alla Romanée-Conti. Da qui la scelta di lavorare nel modo più naturale possibile, sia in vigna che in cantina, riusciendo ad ottenere un Pinot Nero di eleganza e finezza tipicamente borgognana. Per me "number one" della giornata. 18 euro spese benissimo. 

Un assaggio al Syrah biodinamico di Amerighi da Cortona (scuro, pieno ma al contempo vibrante) che avrebbe meritato maggior attenzione e via verso un giro di bianchi a base di Sauvignon, Pinot Grigio e Ribolla Gialla da Terpin. Impressiona il livello qualitativo dei suoi vini, particolari già nel colore e così ricchi di suggestioni gustative. Inutile dilungarmi troppo, tanto i suoi vini li conoscete tutti!!

Da est ad ovest, dal Friuli al Monferrato, dal bianco al rosso… Ma soprattutto da Genova ad Alfiano Natta, per incontrare i ragazzi di Crealto, la "new generation", che molla il kaos della metropoli e decide di investire nell’agricoltura. Quattro anni di lavoro duro e sacrifici, l’inesperienza controbilanciata da idee chiare e una buona dose di coraggio, sono bastate a Crealto per ottenere i primi riconoscimenti importanti. Bene così. Non ero ancora riuscito a conoscerli personalmente e ad assaggiare i loro vini, ma avevo “buone vibrazioni” in merito che verranno confermate. Durante una bella chiacchierata con Eleonora assaggio i suoi rossi, Grignolino in primis, Barbera (2 versioni) e il Nebbiolo. I vini di rispecchiano il territorio e il suo produttore. Semplici, giovani, croccanti, freschi e vivi. Recupero due bottiglie anche da loro e mi sposto al banchetto adiacente per incontrare un vignaiolo che di nome fa Eugenio Rosi

Sembra essere il giorno dei trentini, o meglio di quelli che provengono da Rovereto. Dopo essermi innamorato dell'elegante e articolato Pinot di Elisabetta, Rosi propone una serie di vini quasi in controtendenza... Mentre tutti sembrano puntare su leggerezza e freschezza, lui propone vini succosi, carichi e fruttati, utilizzando uve mature e affinamento in legno. Ottimo il Marzemino Poiema (forse il suo vino meglio riuscito) e il bianco Anisos, macerato sulle bucce. Sorprendente il Ciso, un vino a base di Lambrusco a foglia frastagliata. Un autoctono (e centenario) vigneto trentino, coltivato a piede franco e sopravissuto alla fillossera. 11 intrepidi vignaioli (tra cui Eugenio) conosciuti come "I Dolomitici", tengono in vita questo vitigno (e vino) unico. Anche nel kaos della fiera, ascoltare Eugenio raccontare come nascono i suoi vini é una bella emozione. 

Per concludere alla grande mi concedo una sosta al banco assaggi di Cappellano, per gustarmi i suoi due Barolo, il Pié Rupestris e il Pié Franco. Siamo alla quinta generazione di vignaioli in quel di Serralunga. Vini veri e senza compromessi, fedeli alla tradizione langarola e mai inclini alle mode, quelli prodotti dal compianto Baldo Cappellano e oggi dal figlio Augusto, che ne ha saputo cogliere l'eredità.  Molto interessante notare le differenze tra le due versioni, nonostante il medesimo trattamento riservato in cantina. La dimostrazione lampante di quanto sia importante (e si faccia sentire nel bicchiere) il carattere delle vigna e del terroir, quando si producono vini senza trucchi. Si é lasciato preferire il Pié Franco più amabile e morbido rispetto al Rupestris, più ruvido e tannico. Due vini immensi e il grande rammarico di averli assaggiati a fine giornata con il palato decisamente alcolizzato. Avrebbero meritato maggior attenzione dal sottoscritto. Mi rifarò alla prossima. 

Esperienza di Fornovo terminata... consueta sosta "cafferino di ripiglio" prima di affrontare un'oretta e mezza di piovosa autostrada e rientrare nelle prealpi varesine.

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3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!
Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti
...ritroverete in questo sorso di Gattinara un vino autentico… Il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto
Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione
"Per noi acquistare una bottiglia di vino, significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia"

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna
Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce
Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto
Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi
Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine
...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello
Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia
...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori
...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO
Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!
da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.