domenica 2 settembre 2012

VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE 2010 - D.O.C. - Villa Bucci

E' un vino che potresti sottovalutare al primo impatto, ma che invece riesce a tenerti incollato al bicchiere come pochi e solo a bottiglia ultimata prendi piena coscienza della sua grandezza nella sua semplicità.


Sono appena rientrato da 18 giorni "the road" nel Messico centro-meridionale, un gran dispiacere essere rientrato, ma come sempre ad addolcire la fine di un viaggio e il rientro in Italia c'è la nostra amata eno-gastronomia. Non che in Messico si mangi male, tutt'altro, ma da "medio-man-italico" quale sono non posso resistere a lungo senza pasta e vino, anche perché in viaggio vige la regola che si mangiano solo piatti tipici e locali... Non mi azzardo mai con spaghetti e pizza fuori dall'Italia, ed evito per scelta etica catene multinazionali... quindi sono andato giù pesante di arrachera (che carne strepitosa!), quesadillas, fajitas, enchiladas, oltre agli immancabili tacos e tortillas. 

Così con il frigo completamente vuoto (immagine che mi mette i brividi), son dovuto correre all' Esselunga e riempire un carrello. Come sempre giro finale nella corsia dei vini, si sa mai che arrivi qualcosa di irrinunciabile....e....eccoti il Verdicchio di Bucci da 10 euro alla bottiglia in "saldo" a soli 7euro!! Affare fatto, é un prezzaccio, non mi resta che prendere un paio di bottiglie e metterle nel carrello.... dopo 18 giorni in cui ho bevuto con piacere solo Tequila e Mezcal (ho provato un paio di rossi made in Mexico, ma é meglio dimenticarli..) dovevo subito stappare una buona boccia di vino italiano. 

In virtù del caldo clima estivo, un Verdicchio fresco e dissetante é proprio quello che mi serviva. Vi racconti quindi del Verdicchio della prestigiosa cantina Bucci, da anni sugli scudi con il suo Verdicchio riserva, un must per tutti gli appassionati di questo vino. 

Ampelio Bucci é diventato un punto di riferimento tra i produttori dei Castelli, grazie anche al connubio con l'enologo Giorgio Grai, abile nel disegnare un Verdicchio inconfondibile e di grande personalità. Villa Bucci si estende per ben 400 ettari, diversificati in varie tipologie di colture. Di questi circa 31 sono destinati alle vigne (che garantiscono la produzione di circa 120.000 bottiglie), suddivise in Verdicchio per la produzione dei bianchi e Montepulciano/Sangiovese per la produzione del Rosso Piceno, tutte vigne che ha partire dagli anni 90 sono state convertite al biologico. 

E' sicuramente il Verdicchio il pezzo forte di questa cantina, prodotto attraverso l'assemblaggio delle uve provenienti da 5 vigne a bassa resa (70/80 ql/ha), situate in posizioni differenti e vinificate separatamente, che danno vita ad un vino tecnicamente ineccepibile, legato alla tradizione e al territorio. 

Come ho scritto sopra il prodotto di punta é la versione riserva, prodotta solo nelle annate qualitativamente valide e affinato per almeno 18 mesi in botti grandi, ricavandone un vino di grande longevità e fascino gusto/olfattivo. Nella versione base che ho assaggiato, abbiamo a che fare con un vino che sicuramente non raggiunge gli alti livelli del riserva, ma non deve essere considerato un prodotto "minore", perché ha una sua personalità, pur mantenendo quelle caratteristiche che rendono "singolare" il Verdicchio di Villa Bucci. 

Questa bottiglia, é una delle cose migliori che potete pescare dagli scaffali di un supermercato, elegante nell'estetica, affascinante nel sapersi rilevare sorso dopo sorso e commercialmente competitivo come pochi, nel rapporto/qualità prezzo. 

Ad osservarlo nel bicchiere si capiscono già molte cose... il colore é un giallo paglierino molto tenue, fluido, limpido e di grande pulizia. Già alla vista hai la sensazione di avere a che fare con un vino elegante e snello, per nulla carico e aggressivo.... e così sarà. Ficcate il vostro nasone nel bicchiere e ve ne accorgerete subito... al primo impatto risulta piuttosto scarico, denota una certa fragranza ma molto leggera, non c'è intensità e voglia di mettersi subito a nudo, vi serviranno parecchie "annusate" per coglierne a pieno il bouquet variegato e ricco di sfaccettature. Non va mai all'attacco, la sua vena alcolica importante (13.5%vol.) é appena percettibil e come i sentori primari di frutta matura... pere, mele e un filo di dolce dai richiami tropicali. Questo vino é un piccolo fiore e necessita di tempo prima di sbocciare e rilevarsi. Bisogna pazientare e perdersi nella sua delicata persistenza per cogliere quel filo di profumi perfettamente in equilibrio tra di loro. Mandorle e nocciole, note erbacee e agrumate, suggestioni "pasticcere" e vena minerale. Al palato é secco e leggermente sapido, decisamente snello e fresco, con una leggera sensazione amarognola iniziale che lascia spazio ad un finale assai amabile che richiama le note più dolciastre avvertite al naso. 

Delicato ed elegante, sempre in perfetto equilibrio, mai faticoso o stancante e tecnicamente ineccepibile. Vi servirà più di un bicchiere per coglierne l'evoluzione. Pur essendo un Verdicchio "base", abbiamo a che fare con un grande vino, che a differenza di altri suoi conterranei che amano "mettersi in mostra" e "alzare la voce", sa contraddistinguersi per una grandissima freschezza, eleganza, finezza e facilità di beva. 

E' un vino che potresti sottovalutare al primo impatto, ma che invece riesce a tenerti incollato al bicchiere come pochi e solo a bottiglia ultimata prendi piena coscienza della sua grandezza nella sua semplicità. Davvero ottimo nella sua categoria e non solo, servito fresco in una calda serata estiva può regalare grandi soddisfazioni. 

Regolatevi voi, attualmente é in saldo a 7 euro, roba da riempire il carrello, anche a prezzo pieno (10euro) rimane un vino dal rapporto qualità/prezzo invidiabile, ma se vi gira in tasca qualche soldino in più, consiglio di lasciare la moglie al supermercato e dirigervi all'enoteca più vicina per portarvi a casa la versione riserva, uno dei migliori vini bianchi che abbiamo in Italia. 

Con il Verdicchio di Bucci io ci abbino un bel disco dei Sigur Ros. Il post-rock quasi d'avanguardia, fine e rarefatto degli islandesi, richiama sconfinati paesaggi invernali e silenziosi. Penserete che ci azzecca poco con le colline dei Castelli, tra il verde delle vigne e il giallo dei girasoli. Ma le songs, sono prevalentamente strumentali, accompagnate da una voce sussurrata e malinconica che accompagna l'ascoltatore in un continuo crescendo emotivo. Questa é musica che necessita di continui ascolti davanti al caminetto per essere assimilata, fino a quando riuscirà a prendervi il cuore e a non lasciarvi più. Così i Sigur Ros come Villa Bucci, hanno ottenuto il successo e i riconoscimenti della critica, senza scadere nel commerciale, senza alzare il volume, ma facendo il percorso inverso, lavorare per detrazione, e lasciare che sia il fruitore a perdersi nel fascino delle parole e dei profumi appena sussurrati.

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