giovedì 30 dicembre 2010

GATTINARA 1999 - D.O.C.G. - Az. Vitivinicola Nervi

...Se amate vini non facili e che hanno qualcosa da dire questa bottiglia fa il caso vostro.


Quello di Gattinare é un piccolo comune in prov. di Vercelli, dove nel corso degli anni l'applicazione e la cultura contadina e vitivinicola hanno permesso a tante piccole aziende di portare alla ribalta nazionale il loro vino Gattinara, confezionando prodotti di alta qualità, tanto da ottenere nel 1991 la D.O.C.G.

La zona è dedita alla produzione dei classici vigneti piemontesi, in particolare uve nebbiolo, che vanno a comporre per il 90% il vino Gattinara.

Tra le varie piccole realtà vinicole di Gattinara, spicca sicuramente Nervi, fondata nel lontano 1906 e ad oggi una delle più grandi e conosciute cantine insieme a Travaglini.

La bottiglia che andiamo a degustare é dell'annata 1999, ed é composta al 90% da uve nebbiolo, mentre il restante 10 da uve bonarda e vespolina. Circa 15 giorni di fermentazione e almeno 3 anni di invecchiamento, 2 in botti di slavonia e 1 in bottiglia.

Di colore rosso granato brillante, bello fluido con riflessi arancio, all'olfatto sprigiona un bel impatto sia nella potenza alcolica (13.5% vol) sia nel bouquet pieno, si sente l'uva con note di lampone e liquirizia, ma anche tabacco e cuoio. Al palato risulta pieno e vinoso, tannico e sapido, leggermente acido, manca un po' di equilibrio e di rotondità, è un vino austero, ma le note minerali, il carattere deciso e la struttura articolata ci permettono di apprezzarlo fino in fondo, con un particolare retrogusto amarognolo.

Un vino di ottimo livello, anche se forse non vengono raggiunti i picchi qualitativi di altri produttori (Antoniolo), il prezzo comunque è contenuto entro le 15 euro, quindi direi adeguato alla qualità del prodotto. (Antoniolo produce Gattinara a mio avviso migliore ma si viaggia sulle 25 euro a bottiglia).

Bella l'etichetta storica. Se amate vini non facili e che hanno qualcosa da dire questa bottiglia fa il caso vostro. Qui é piaciuta molto.

mercoledì 29 dicembre 2010

GUIDALBERTO 2000 - Toscana I.G.T. - Tenuta San Guido

...una bottiglia, sicuramente poco territoriale e autoctona, ma comunque di grande livello.


Parlare di questo Guidalberto significa innanzitutto parlare della storica Tenuta San Guido, dei suoi proprietari la famiglia Incisa della Rocchetta e soprattutto del sign. Mario, uno dei nomi più influente della storia vinicola italiana, capace di importare i nobili vitigni Cabernet dalla Francia e trasformare Bolgheri in una delle più rinomate e pregiate aree viticole d'Italia. A lui si devono la creazione di alcuni gran cru italiani, sulle orme della scuola dei grandi vini bordolesi. Nasce così il Sassicaia, per anni il vino di casa nostra più famoso e apprezzato, un modo di produrre vino di grande qualità e respiro internazionale con l'introduzione nella nostra scuola vinicola dell'affinamento in barriques francese.

La stupenda Tenuta San Guido si trova a Bolgheri, collegata al centro storico del paese attraverso un  viale di cipressi di rara bellezza .

Il Guidalberto, ritenuto da molti il fratello del Sassicaia, è un vino composto con un mix di uve di taglio bordolese, con l'immancabile Cabernet Sauvignon (60%) e il Merlot (40%), 15 giorni di fementazione in tini di acciaio e 12 mesi di affinamento in barriques di rovere francese, più 3 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Nel bicchiere spicca un colorito rosso rubino dai riflessi violacei molto intensi, bella fluidità. Al naso si é invasi da un profumo pieno e persistente, buon sentore alcolico con i suoi 13%vol. ma anche aromi di bacche rossi e sentori di vaniglia e spezie, tipici dei vini barricati. Al palato da il suo meglio, dimostrandosi vino di grande struttura, corposo ma infinitamente rotondo, equilibrato e morbido. Avvolgente e vellutato, privo di spigoli e ricco di tannini morbidi, fanno del Guidalberto un vino di grande bevibilità e di buona struttura con un bel finale lungo, persistente e gradevole.

Siamo di fronte ad un prodotto di eccellenza, non avrà le caratteristiche inimitabili del Sassicaia, ma è un vino moderno che si fa amare e piacere senza essere semplicistico, tutt'altro... corpo e struttura lo renderlo un prodotto di classe, longevo nel tempo.

Metteteci pure che la bottiglia di cui vi scrivo é dell'annata 2000, la prima commercializzata dalla Tenuta San Guido (prodotte 5.000 unità), con tutti i potenziali difetti di una prima, un vino quindi, di giovane età che può solo migliorare con il passare degli anni.

Il fatto stesso che in così poco tempo il Guidalberto sia arrivato alla ribalta nazionale e internazionale, diventando uno dei Supertuscan più apprezzati e premiati, dimostrano il gran lavoro qualitativo svolto in quel di Bolgheri, oltre ovviamente ad un grande lavoro di marketing, di promozione e "parkerizzazione" che hanno in breve tempo portato alla ribalta la Tenuta di San Guido.

Lasciate ossigenare per un'oretta, meglio se in un decanter, servire a non meno di 18°C e accompagnare a piatti di carne rossa e formaggi stagionati. Personalmente lo preferisco come vino da meditazione più che da pasto.

In enoteca si va dalle 35 alle 40 euro per questa annata, ma si scende verso i 30 per le annate più recenti. Un prezzo impegnativo, ma credo che pochi possano pentirsi per i soldi spesi dopo aver bevuto una bottiglia, sicuramente poco territoriale e autoctona, ma comunque di grande livello.

PRINCIPE DI CORLEONE 2005 - Il Rosso - Sicilia I.G.T. - Az. Agr. Pollara

Parliamo di questa bottiglia di vino rosso palermitano, per la precisione siamo a Monreale nel vigneto "Principe di Corleone", di proprietà dell' az. agr. Pollara. 

Qui si producono molteplici qualità di vini, stiamo parlando di un'azienda vinicola piuttosta grossa (circa 1.500.000 bottiglie all'anno). 

Tra questi "il Rosso" rappresenta un classico della produzione vinicola di questa azienda. 

Prodotto attraverso un assemblaggio di uve merlot 30%, nero d'Avola 50% e  cabernet sauvignon 20%, che vengono macerate in vasche di acciaio per una decina di giorni, quindi affinamento in botti di rovere per 8 mesi e in bottiglia per 4.

Il vino di colore rosso rubino vivo, all'olfatto sono i profumi della terra a farsi notare, ma si sente anche il legno e il dolciastro di frutti a bacca rossa. Al palato è vinoso, asciutto, secco, anche qui si sente il legno, è deciso e di buon impatto ma a mio avviso manca di rotondità e di corpo. Il finale è discreto e rispecchia il palato, secco, leggermente acido, ma nulla di indimenticabile. 

Gradazione alcolica sui 12.5%vol, fascia di prezzo 7-8euro, che rispecchiano a pieno il valore di questo vino. Servire tra i 16-18 °C e accompagnare con grigliate e carni rosse in genere.

Buono ma non eccelso,  per la stessa cifra si possono trovare vini dal rapporto qualità/prezzo decisamente più elevato. 

Un rosso da riprovare ma che al momento non lascia un granché soddisfatti.

CHATEAU DU BOUSQUET 2006 - Cotes de Bourg - Chateau du Bousquet

...Ti rimane in bocca la sensazione di aver bevuto un vino sicuramente non facile e piacevole a tutti, ma con sotto due palle così.. quello che insomma ti aspetti da un Bordeaux che si rispetti.


Ho trovato questa bella bottiglia di Bordeaux alla modica cifra di 10euro e non me la sono fatta scappare. Aggiungeteci che ha vinto 2 medaglie d'argento nel concorso di Bordeaux e quella di bronzo a Parigi nel 2008. Quindi le premesse per bere un bel vino francese ci sono tutte. 

Nello specifico si tratta di un Chateau du Bousquet 2006 della zona Cotes de Bourg, coltivato, affinato e imbottigliato all'origine nello Chateau du Bousquet da cui il vino prende il nome. 

Questo Bordeaux è prodotto con un mix di uve (66% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon e 4% Malbec). Nonostante il 2006 non sia stato un anno semplice (eccellente invece il 2005) bisogna riconoscere la capacità di questi vignaioli francesi nel produrre un vino comunque molto valido, diciamo un Bordeaux classico, equilibrato, pur senza raggiunger i picchi e la classe dell'annata precedente. 

Di colore rosso scuro con riflessi violacei, direi quasi nero, molto fitto, impenetrabile alla luce. Già ti aspetti un vino tosto. Ed é proprio così. Vinoso e potente con i suoi 13%vol., il colorito la dice lunga sui suoi profumi, tabacco, spezie e frutta nera, con ribes e more a farla da padrone. Al palato ti arriva un bel pugno in faccia, denso e caldo, avvolgente e alcolico, ma con la capacità, sorso dopo sorso, di prendere una bella rotondità, di equilibrare la sua struttura complessa con note fruttate e tannini vellutati. Il finale è lungo, persistente, alcolico. Ti rimane in bocca la sensazione di aver bevuto un vino sicuramente non facile e piacevole a tutti, ma con sotto due palle così.. quello che insomma ti aspetti da un Bordeaux che si rispetti. 

Un vino di gran carattere e impatto, che sotto sotto sa farsi piacere e scoprire. 

Da servire a non meno di 18°C, è bene farlo ossigenare per almeno un paio di ore e accompagnarlo a formaggi stagionati e carni rosse. 

Ideale un invecchiamento in bottiglia tra i 5-7 anni. 

Buon il rapporto qualità-prezzo. Si viaggia tra le 10-15euro, prezzo adeguato per il tipo di vino, non parliamo certo di un Château Margaux.. quindi... va bene così... potenza ed equilibrio.

CABERNET FRANC 2008 - D.O.C. - Zorzettig

Parliamo finalmente di vini friulani, regione votata alla produzione di ottimi vini bianchi, un po' come il vicino Trentino, ma con numeri e aziende molto più piccole e ancorate ad una tradizione e ad un territorio non sempre facile. 

Da queste parti il rosso non ha mai trovato grandi riscontri, ad esclusione di qualche piccolo viticoltore in grado di produrre alcune eccellenze. 

La bottiglia degustata oggi è un Cabernet Franc 2008 della vinicola Zorzettig, una delle aziende più grandi e conosciute da queste parti (quasi 500.000 bottiglie prodotte all'anno, poche se pensiamo ai grandi nomi, ma molte da queste parti), dedita alla produzione di numerose tipologie di vino e situata nella zona D.O.C. dei Colli Orientali. 

Il vino é prodotto al 100% con uve cabenet franc raccolte a mano e viene macerato per 8 giorni. 

Di colore rosso rubino con riflessi violacei, al naso si presenta intenso e vinoso, spicca il sentore alcolico (13%vol) e un'aroma erbacea. Al palato ha un bel attacco grintoso, il tannino è molto presente, si sente il legno, é liquido, vinoso, ha un buon equilibrio con una punta di acidità. Un vino da bere piuttosto giovane che ha intensità ma manca in calore, morbidezza e rotondità. Il finale è deciso, persistente e penetrante ma con poca classe. 

Un vino sicuramente interessante anche in virtù di un prezzo contenuto (circa 7 euro). 

Da accompagnare con carni rossi ed arrosti, va servito intorno ai 18°C. 

Rimango dell'idea che in Friuli sia terra di ottimi vini bianchi (vedi Collio e Ribolla Gialla) o se amate i rossi, meglio alcuni Refosco sicuramente più amabili.

martedì 28 dicembre 2010

LE QUATTRO STAGIONI FRESCOBALDI ed. speciale per Wine & Stars - MORMORETO 1997 - Toscana I.G.T. - Marchesi de' Frescobaldi

...Un vino che, come il suo vitigno, esprime un carattere da grande blend internazionale, diciamo più che vino... wine, quindi se siete arcistufi di Supertuscan lasciate perdere.


Vengo in possesso di questa bella bottiglia di Mormoreto del 97 dei Marchesi de' Frescobali, con etichetta dedicata a Wine & Stars, denominata per l'occasione "Le quattro stagioni". Bella bottiglia.

Dicevamo.. al di là del marketing e ricorrenze varie, il vino in questione che andiamo a degustare è un Mormoreto del Castello di Nipozzano, uno degli otto poderi che i Marchesi possiedono in Toscana.

Questa bottiglia del 97, è composta per l'85% da cabernet sauvignon e per il 15% da cabernet franc. Vendemmiato a metà ottobre viene fermentato separatamente per 12 giorni in acciaio, 30 giorni di macerazione  e 12 mesi di affinamento in barrique.

Al bicchiere si presenta di colorito rosso rubino, molto intenso, impenetrabile, ma con una bella lucentezza, di bella consistenza. All'olfatto ha un bel impatto, inebriante e pieno, con una struttura decisa e complessa. Vinoso e profumato, dove sono le note speziate a predominare, ma anche caffè, vaniglia e tabacco. Al palato rimane bello carico, si sente la potenza alcolica (13%vol.) ma anche un bel tocco dolciastro e fruttato, avvolgente, caldo e di corpo, un bel tannino morbido, leggermente acido ma fine, un vino ben misurato, robusto ma non aggressivo. Finale lungo e persistente con retrogusto fruttato.

Una gran bella bottiglia, non a caso è il top wine della produzione del Castello di Nipozzano. Un vino che come il suo vitigno, esprime un carattere da grande blend internazionale, diciamo più che vino... wine, quindi se siete arcistufi di Supertuscan lasciate perdere.

Il prezzo non fa sconti, siamo intorno alle 40euro. Difficile esprimere un giudizio sul rapporto qualità/prezzo.  

Un altro gran bel vino, complesso, corposo, avvolgente e bevibile. Un vino di ottimo livello nel suo genere. (Il genere WS)

SAGRANTINO DI MONTEFALCO 2004 - D.O.C.G. - Rocca di Fabbri

...Finale lungo, piacevole e persistente. Complessivamente un vino ineccepibile. 


5 giorni di tour in terra umbra. Una giornata è interamente dedicata alla "Strada del Sagrantino", per scoprire i luoghi da cui proviene il vino principe della produzione enologica umbra. 

Sosta obbligatoria nel Comune di Montefalco, dove all'interno di una rocca del XIV°sec. sorge la cantina Rocca dei Fabbri, che dal 1984 produce i vini D.O.C. dei colli Martani e soprattutto i D.O.C.G. del Montefalco. 

Acquistiamo una bottiglia di Sagrantino secco (esiste anche il passito), vino di fascia medio alta, che è cresciuto molto negli ultimi anni e che poco ha da invidiare ad altri D.O.C.G. ben più famosi dei vicini cugini toscani. 

Il vino in questione è prodotto al 100% con uve sagrantino che vengono raccolte verso la fine di ottobre, viene macerato nelle bucce per 2 settimane, quindi un anno in vasche di acciaio e 18 mesi in botti di rovere e barrique. Significa che dalla vendemmia all'imbottigliamento passano circa 32 mesi. La tenuta Rocca dei Fabbri ne produce circa 50.000 bottiglie.

Nel bicchiere si presenta con un bel colorito rosso rubino tendente al granato, al naso è molto intenso, un bouquet ricco, vinoso e persistente ma anche speziato, con note di cannella e frutta macerata. Ottimo. Al palato rispecchia l'olfatto, un vino strutturato e potente ma ben equilibrato, caldo e rotondo, avvolgente, tannico e corposo, ma anche fruttato, decisamente piacevole e bevibile. Un vino completo che ben gioca sul filo di questo equilibrio. Finale lungo, piacevole e persistente. Complessivamente un vino ineccepibile.

Aggiungete una nota di merito per la bella etichetta rappresentante la città di Montefalco sostenuta da S. Fortunato tratta da una tela di Melanzio del 1478.

Prezzo in enoteca tra le 20-25 euro, non poche ma adeguate al prodotto e al mercato.

Ossigenare per almeno un'ora e accompagnare con carne rossa, selvaggina e formaggi stagionati. Servire tra i 18-20°C. 

Complimenti quindi alla Rocca dei Fabbri che ci regala un Sagrantino possente e di carattere, ma di grande eleganza e bevibilità, favorito forse dall'annata (2004). 

Eccellente dopo qualche anno di affinamento in bottiglia. A noi il Sagrantino ci piace!!

domenica 26 dicembre 2010

GRECO DI TUFO 2009 - D.O.C.G - Az. Agr. di Marzo

...una valida versione di Greco, non troppo ricercata o moderna, ma nel segno della tradizione che da sempre caratterizza una cantina storica come questa.


Pranzo di natale... partiamo a Champagne con chicchi di melograno e visto che l'antipasto è a base di pesce, proseguiamo con vino bianco.

Trattasi di un Greco di Tufo 2009 della cantina "di Marzo", fondata nel 1648 e situata nel centro storico della città di Tufo dove é stata ricavata in grotte e cunicoli scavati sotto il palazzo "di Marzo". Davvero suggestiva.

Prodotto in 140.000 bottiglie questo vino bianco ha una gradazione alcolica di circa 12.5% vol. ed è prodotto al 100% con uve provenienti dal vitigno Greco.

Passiamo alla descrizione organolettica.. nel bicchiere si presenta con un bel giallo paglierino con riflessi dorati, un bouquet piuttosto fruttato, decisamente gradevole, con sentori caratteristici della macchia mediterranea. Al palato una bella freschezza contrastata da una punta di acidità, sa essere secco e deciso ma senza infastidire, con un leggero retrogusto dolciastro che rendono questo Greco di Tufo decisamente armonico e bevibile.

Buona struttura e buon bouquet, ma niente di eccezionale... diciamo che gli manca un po' di grinta. Nell'insieme una valida versione di Greco, non troppo ricercata o moderna, ma nel segno della tradizione che da sempre caratterizza una cantina storica come questa.

Da servire piuttosto fresco, intorno ai 10°C, noi l'abbiamo abbinato ad aragosta alla catalana e pesce crudo, ovviamente si sposa benissimo.

Considerando che questa bottiglia costa intorno alle 6 euro, direi che è un ottimo bianco anche per rapporto qualità/prezzo. Consiglio vivamente per le vostre prossime cene a base di pesce, senza strafare e spendere troppo ne esce un buon abbinamento.

venerdì 24 dicembre 2010

BARBARESCO CASOT 2004 - D.O.C.G. - Boffa Carlo

...più adatto a chi ama il Barbaresco nella sua versione più tosta e meno elegante. Ha noi é piaciuta la scelta di Boffa di presentare un vino non facilissimo, ma che ben esprime la tradizione e il terroir di questo vitigno, senza pretendere di essere "piacione" a tutti i costi.


E' sempre bello andar per Langhe, così durante uno dei nostri eno-week, si fa sosta a Barbaresco. 

E' una bella giornata di solo tiepido si sta bene all'aria aperta.. mezzogiorno è passato da poco e così decidiamo di sostare presso l'enoteca Boffa, che si trova proprio in centro paese, ed ha una bellissima terrazza con tavolini in ferro battuto da cui si possono ammirare le dolci colline e le belle vigne da cui si ricava questo ottimo vino. 

Ci sediamo per una degustazione dei vini Boffa, nell'ordine assaggiamo dolcetto, barbera, nebbiolo e barbaresco.

Acquistiamo una bottiglia di Barbaresco Casot 2004, ringraziamo, salutiamo e partiamo per un'altro giro di vino. 

Dopo qualche mese stappiamo la boccia.... 

Iniziamo con due notizie in merito al viticoltore Boffa Carlo, produttore piuttosto piccolo, ma che cura molto la qualità dei suoi vini.  4 ettari di vigneti, tra cui la vigna del "Casot" da cui si ricavano circa 4000 bottiglie di questo barbaresco. Vendemmiato a mano, viene vinificato in vasche di acciaio e affinato per 15-18 mesi in botti di Slavonia.

Di caratteristico colore rosso granato molto intenso, all'olfatto risulta piuttosto complesso, con un bel intreccio di alcool, frutta rossa, chiodi di garofano e note balsamiche, quindi potenza e importanza ma anche finezza e freschezza. Al palato decisamente corposo e avvolgente,  qui è un bel tannino potente a farla da padrone, ma non manca freschezza e ricchezza di aromi ad equilibrare il tutto. Un buon finale lungo e persistente. Bella struttura.
Sicuramente qualche anno di affinamento in bottiglia permette a questo Barbaresco di acquisire quella rotondità ed eleganza che un po' gli manca. Sicuramente più adatto a chi ama il Barbaresco nella sua versione più tosta e meno elegante. Ha noi é piaciuta la scelta di Boffa di presentare un vino non facilissimo, ma che ben esprime la tradizione e il terroir di questo vitigno, senza pretendere di essere "piacione" a tutti i costi.

Gradazione alcolica sui 14% vol. bella etichetta e costo tra le 15-20 euro. Direi il giusto prezzo. 

Consiglio vivamente una degustazione a Barbaresco presso la terrazza dell'enoteca Boffa, così potete degustarvi anche questo buon "Casot".

mercoledì 22 dicembre 2010

LAGREIN SCHWEIZER 2003 - Alto Adige D.O.C. - Franz Haas

Iniziamo a dire che Franz Haas è uno dei più conosciuti e apprezzati vignaioli dell'Alto Adige fin dal 1880, che si sa, da queste parti a farla da padrone sono soprattutto i bianchi, thurgau, pinot, traminer ecc... e che nel panorama dei rossi italiani il lagrein non è mai stato un vino da strapparsi i capelli..

Fatte queste premesse, devo però applaudire la cantina di Montagna (BZ), perché dopo aver apprezzato i suoi bianchi, anche questo Lagrein è un signor vino.

Innanzi tutto una nota di merito all'etichettatura, bellissima la scritta oro e i disegni artistici rappresentati. Direi bella personalità e particolarità che ritroviamo e apprezziamo  anche nei loro vini.

La bottiglia di cui vi scrivo è un 2003, vino prodotto con le autoctone uve Lagrein che, a fermentazione ultimata viene introdotto in barriques per 15 mesi e successivamente affinato in bottiglia per alcuni mesi.

Al bicchiere si presenta di un particolare colore rosso con riflessi violacei, un colore profondo ed intenso, ma anche molto brillante e luminoso. Il profumo è molto deciso e vinoso, meglio lasciarlo "ossigenare" per dargli più rotondità e armonia; per togliere quella punta alcolica ed apprezzare l'articolato bouquet di aromi che sprigiona. Sentori decisi di frutti rossi, ma anche cacao e leggermente speziato. Al palato è liquido, avvolgente, deciso e fresco, grande personalità, decisamente tannico, seducente. Finale davvero lungo e piacevole, che punta al dolce. Un vino ineccepibile.

Di gradazione alcolica non elevatissima (12,5% vol.) si fa apprezzare da giovane per una certa freschezza, ma anche (come nel nostro caso) dopo qualche anno di affinamento, che gli permette di acquisire maggior rotondità e ne smussa un po' gli angoli.
Proprio per questo motivo è un vino che si abbina benissimo con carni rosse alle griglia e piatti saporiti, ma mi sembra adatto anche a zuppe e perché no ad una degustazione con del cioccolato.

In attesa di degustare il decantato pinot nero del sign. Hass non posso che consigliare vivamente l'acquisto di questo Lagrein davvero eccellente.

Fascia di prezzo medio-alta, siamo intorno alle 15-16 euro, non pochissimo, ma la qualità del prodotto ne giustifica il costo fino all'ultimo centesimo.

domenica 19 dicembre 2010

ELCIONE 2006 - I.G.T. - Vitalonga Az. Agr. Maravalle

...grande eleganza e senso del gusto, un vino "furbetto" se vogliamo, che sa unire tradizione e modernità, versatile...


Le sorprese che non ti aspetti. 

Sono al supermercato, mi districo nella corsia dei vini alla ricerca di un vinello a buon prezzo ma interessante, qualcosa di mai bevuto. 

E così decido per questo Elcione, bella etichetta, vino umbro imbottigliato all'origine dall'az. Maravalle nel podere di Vitalonga, dove si produce anche il "Terra di confine", che rappresenta un po' il top wine di questi viticoltori. 

2 note sulla produzione... allora...uve Merlot e Cabernet ( 50 e 50 ),  vinificazione di circa 20gg. in acciaio, affinamento 6 mesi in carati di rovere francese più altri 6 in bottiglia.

Stappiamo.. colorito rosso rubino intenso, piuttosto scuro, non filtra quasi la luce, al naso ci ispira già, bel profumo intenso e ampio, punte di spezie con un sottobosco di frutti rossi, molto piacevole, vinoso ma con grande equilibrio ed eleganza. Al palato dimostra un certo carattere, grazie anche ad una buona gradazione alcolica (14%vol.). Sono però le elevate sensazioni gustative di frutta e vaniglia a colpirci, poca acidità ma grande rotondità e bevibilità, decisamente morbido, equilibrato e piacevole. Adattissimo per pasteggiare.
Se vogliamo fare una critica possiamo puntare sulla mancanza di complessità e spessore, oltre alla eccessiva ricerca della "piacevolezza", nella ricerca di produrre il classico blend dal respiro internazionale...ma va bene così, probabilmente non è il terroir che i sign. di Vitalongo vogliono esprimere con questo Elcione, l'autoctono va ricercato in altre bottiglie.

Che dire.. un vino consigliatissimo, dal rapporto qualità prezzo elevato, forse uno dei migliori acquisti fatti sotto questo aspetto. Facile reperibilità, ideale per pasteggiare, non il solito vino piemontese o toscano, imbottigliato all'origine, decisamente piacevole anche per chi di vino ne "mastica" poco... e con 7-8 euro mettete sul tavolo un vino che poco ha da invidiare ad etichette più rinomate. 

Quindi, se volete sorprendere i vostri ospiti  ad una cena, puntate pure su questo Elcione.

Ovviamente non stiamo parlando di un Sagrantino o di un Arringatore, qui si vola più bassi.. ma con grande eleganza e senso del gusto, un vino "furbetto" se vogliamo, che sa unire tradizione e modernità, versatile. 

venerdì 17 dicembre 2010

BARBARESCO 2006 e 2007 - D.O.C.G. - Alte Rocche Bianche

...al naso... profumo quanto ne vuoi... bouquet pieno, complesso, rotondo e molto fruttato...


Cena per il compleanno numero uno della mia nipotina, mio suocero, ottimo cuoco e amante delle cose buone (peccato non averlo conosciuto prima, quando ancora beveva francese...) per le grande occasioni propone sempre qualche boccia interessante. 

In questo caso ecco 2 bottiglie di Barbaresco della cantina Alte Rocche Bianche annata 2006 e 2007 (precisazione dovuta e postuma.. non si tratta di una vera cantina ma di un marchio di proprietà del Cash & Carry Metro). Piccola azienda vinicola a conduzione familiare con sede a La Morra, che onestamente scopro solo oggi. 

Ma parliamo subito del vino, il Barbaresco tipico vino delle Langhe, prodotto al 100% con uve nebbiolo, come il suo fratello Barolo, a cui contende il titolo di "best wine" del Piemonte, dividendo molto spesso appassionati e intenditori (c'è chi preferisce il Barbaresco al Barolo, e chi ritiene il Barolo il numero uno dei vini italiani, punti di vista...), personalmente amo entrambi, vini fantastici anche se per caratteristiche differenti. 

La prima bottiglia che degustiamo è relativa all'annata 2006. Di colore rosso granato piuttosto vivace, limpido e brillante, bei riflessi alla luce e archi sulla parete del bicchiere, al naso... profumo quanto ne vuoi... bouquet pieno, complesso, rotondo e molto fruttato, sicuramente frutti rossi, ma anche sentori di more e vaniglia. Forse all'olfatto manca un po' di potenza alcolica. 

Al palato da il suo meglio, con una struttura articolata che investe completamente il palato, ma senza colpire direttamente, anzi.. è avvolgente, rotondo, caldo, vellutato e rilascia lentamente e dolcemente tutto il suo sapore, il suo gusto leggermente dolcino ma allo stesso tempo vinoso. Decisamente piacevole, per nulla acido, tannini morbidi e gran voglia di versarci subito un altro bicchiere. 

Con una bella selezione di formaggi francesi passiamo alla bottiglia del 2007.. grosse differenze non ne ho notate a parte la gradazione alcolica (14%vol. il 2006, 14.5%vol. il 2007) e l'averlo stappato e bevuto, senza lasciarlo riposare, risultando quindi leggermente più pungente e fortino, comunque ottimo quanto il primo, tanto che non ci è voluto molto a tirare il collo anche a questa bottiglia. 

Il Barbaresco è un gran vino e questa versione delle Alte Rochhe Bianche gli fa assolutamente onore. 

Costo di circa 25euro, non pochissime, ma meritate.

mercoledì 15 dicembre 2010

PASCALE 2007 - Ronchi varesini I.G.T. - Cascina Ronchetto

...Un bel vino, tosto, si sente la volontà e l'idea di creare un vino di fascia medio alta, un'idea bella e coraggiosa, che appoggio a pieno; se si deve investire e fare le cose, meglio farle come si deve, partire ambiziosi anche in un territorio dove le fabbriche hanno soppiantato le vigne. 


La provincia di Varese non è certo famosa per l'eno-gastronomia, è una provincia artigianale e industriale, è la provincia delle partite IVA e della fabbrichetta.  Negli ultimi anni però, un po' come in varie zone d'Italia, sono sempre di più le persone che investono nel territorio, negli agriturismi e nel turismo eno-gastronomico. 

Anche da queste parti qualcuno sta tentando di dare vita ad attività vinicole di tutto rispetto, tanto che da qualche anno i Ronchi Varesini e più precisamente le aziende Cascina Piano di Angera e Cascina Ronchetto di Morazzone, hanno ottenuto l'I.G.T.

E così un annetto fa con mio sommo stupore, scopro che proprio qui a Morazzone (in linea d'aria non più di 3km da casa mia) esiste questa Cascina Ronchetto, un piccolo spaccato di Toscana nella provincia di Varese. 

Questa azienda vinicola coltiva uve Merlot e Garmet, ed è nata grazie alla passione per il vino di alcuni industriali locali, che con un certo coraggio hanno tentato di creare un'azienda dedita a produrre vino di qualità, in un territorio che storicamente e per tipologia di terreno, non è mai stato incline alla coltivazione della vite. 

Grazie ad un collega (bella Max) ho l'oppurtunità di degustare 2 bottiglie di Pascale, il vino prodotto con 100% di uve Merlot dalla Cascina Ronchetto in circa 9000 bottiglie. E' vinificato per 12 mesi in botti di rovere, gradazione alcolica sui 13%vol., bella bottiglia e bella etichetta, sullo scaffale fa la sua bella figura, anche dall'estetica si coglie la volonta di dare importanza a questo vino. 

Di colorito rosso rubino, molto intenso e carico, direi scuro, pochi i riflessi rubino. Intenso e deciso al naso, secco e alcolico, bouquet non esageratamente complesso, ma comunque carico, vinoso. Austero al palato, sicuramente non molto vellutato e morbido, con un buon finale, lungo, intenso ma non molto intrigante.

Un bel vino, tosto, si sente la volontà e l'idea di creare un vino di fascia medio alta, un'idea bella e coraggiosa, che appoggio a pieno; se si deve investire e fare le cose, meglio farle come si deve, partire ambiziosi anche in un territorio dove le fabbriche hanno soppiantato le vigne. 

Se l'appoggio e la stima a questo prodotto non mancano, quello che manca alla bottiglia in questione è un po' di equilibrio, di aver voluto caricare troppo, nel tentativo di creare un vino di struttura e corpo, tralasciando un pò l'aroma, il profumo, la freschezza, la classe. 
Parliamo comunque di un prodotto e di un vitigno nuovo, che se ben gestito può avere buoni margini di miglioramento e crescita.

Come sempre per questa tipologia di vino, accompagnare con carni rosse, formaggi  stagionati, selvaggina ecc... servire tra i 18-20 °C e stappare un'oretta prima.

Prezzo tra le 8-10, direi adeguato anche se per queste cifre in altre zone d' Italia si può bere meglio.

Ben felice di avere vicino a casa questa piccola eccellenza della provincia di Varese, non posso che augurare buona fortuna a questo Pascale.

domenica 12 dicembre 2010

BRUNELLO DI MONTALCINO 1999 - D.O.C.G. - Le Spinaie

Durante un eno-tour in quel di Montalcino, non si può evitare un acquisto presso la bella "enoteca di piazza" che si trova proprio in centro paese e annovera centinaia di etichette, con ovviamente il Brunello grande protagonista.

Sappiamo bene che questo è un ottimo vino, molto famoso e veduto nel mondo, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti e quindi anche piuttosto costoso.. così, presi dalla curiosità acquistiamo questa bottiglia creata appositamente per l'enoteca di piazza e venduta alla modica cifra di 15euri... direi poco, considerando anche che stiamo parlando di un'annata non recentissima (1999) e qualitativamente buona.  

Sperimentiamo... e verifichiamo se si possono produrre ottimi Brunello anche a cifre più oneste.
Ricordiamo che la disciplinare impone 100% di uve Sangiovese, affinamento per almeno 2 anni in botti rovere e per 4 mesi in bottiglia.

Prima brutta notizia.. non si hanno notizie sul produttore, sappiamo solo che è prodotto in piccola quantità (1440 bottiglie nel 1999) e non é  imbottigliato all'origine.

Il colorito è un rosso granato piuttosto vivace, limpido e brillante, buon profumo intenso, un bouquet ampio con note di frutta rossa, ma anche note balsamiche e speziate. Buona presenza alcolica sia all'olfatto che al palato (14%vol.), avvolgente e asciutto, piuttosto tannico, robusto, felpa leggermente la bocca soprattutto nel finale. 

Che dire un vino discreto se paragonato ad altri rossi, piuttosto inferiore alla media rispetto ad altre bottiglie di Brunello che ho degustato. Quindi il rapporto qualità/prezzo é mediocre... spesa poca qualità anche... sinceramente per la stessa cifra preferisco restare su un Rosso di Montalcino di buona qualità, piuttosto che su un Brunello di qualità bassina. 
Quindi meglio spendere il doppio ma portarsi a casa un Brunello come si deve. 

Per chi invece non ha mai provato il Brunello e non vuole spendere moltissimo può essere un buon acquisto, l'importante è sapere che ci sono bottiglie migliori, giusto per non rimanere delusi e pensare che il Brunello sia sopravvalutato. 

sabato 11 dicembre 2010

TIGNANELLO 1998 - Toscana I.G.T. - Antinori

...Arrogante, piacione, equilibrato, elegante e raffinato.. e moderno.


Diciamo subito che il Tignanello è un vino di Antinori, e anche in questo caso, come per Frescobaldi, valgono tutte le considerazioni buone e cattive, giuste o sbagliate che siano su una delle più famose aziende vinicole toscane. 

Pregi indiscussi sia sull'importanza di alcuni vini, sia sulla storia centenaria della famiglia Antinori, da sempre impegnata nel rendere famoso il vino toscano in tutto il mondo; e... un po' di dubbi, quando un'azienda diventa così importante, quando i suoi vini diventano ultra-premiati e costosi.

Tra le molteplici tenute di proprietà Antinori sparse tra i vigneti della Toscana c'è la tenuta Tignanello dove si produce questo vino. Da qui il nome. 

In origine si trattava di "Chianti classico riserva Tignanello", un vino che si è evoluto nel corso degli anni, almeno fino all'82 quando da un assemblaggio di uve Sangiovese (80%), Cabernet Sauvignon (15%) e Cabernet Franc (5%) nasce il Tignanello che beviamo oggi.  Chiamiamolo quindi Supertuscan!!

La bottiglia che abbiamo la fortuna di degustare é dell'annata 1998, gradazione alcolica di 13.5% vol, in enoteca attualmente si vende tra le 80-90 euro (sulle 60euro per le annate più recenti)

Il vino è ottenuto attraverso uve selezionate, tanto che alcune annate (ad es. il 1992) non hanno visto la produzione del Tignanello a causa della non adeguata qualità delle uve raccolte. A fermentazione avvenuta, il vino viene introdotto in barriques nuove per alcuni mesi, quindi assemblato e riportato in barriques per 14 mesi.  Per concludere 12 mesi di affinamento in bottiglia.

Visivamente di un colore  bellissimo, rosso rubino molto intenso, bello denso, colora bene le pareti del bicchiere, il profumo é intenso e complesso, potenza alcolica ma anche fruttato e speziato, al palato è molto avvolgente, ottima struttura, tannico il giusto, austero e soffice, sicuramente complesso ma senza esagerare, buon equilibrio. Il finale è lungo, persistente e con un retrogusto leggermente dolce (cacao) che richiama subito il secondo sorso... 

Sicuramente un vino da assaporare e scoprire bicchiere dopo bicchiere per scovare le finezze nascoste nella sua articolata struttura. Diciamolo pure un ottimo vino.

Tralasciamo anche in questo caso le considerazioni sul rapporto qualità prezzo, per queste tipologie di vino possiamo solo menarcela per i soldi spesi ma renderci anche conto che vini di questo livello a 10-20 euro non li compri di sicuro.

Che dire.. felici di aver arricchito ulteriormente il signor Antinori, che sicuramente sa farsi ben pagare, ma con alcuni suoi vini sa anche prenderci per la gola.

Mi raccomando, stappare almeno un paio di ore prima e alla giusta temperatura, poi versatevi un bicchiere e buona meditazione. 

Arrogante, piacione, equilibrato, elegante e raffinato.. e moderno.

mercoledì 8 dicembre 2010

L'AMBISIUS 2005 - Roero D.O.C.G. - Crota ed Michel

Come raccontavo nella recensione del Nebbiolo dei Marchesi di Barolo, ho acquistato presso la cantina Crota ed Michel 2 bottiglie di Roero, siamo a Montà, zona di produzione di questo D.O.C.G. Tra le innumerevoli proposte dell'enoteca di Walter abbiamo optato per 2 vini del territorio. 

La bottiglia in questione è prodotta proprio dalla cantina di Walter, quindi come si dice, filiera corta, dal produttore al consumatore... bene. 

Allora questo Ambisius 2005 è un Roero D.O.C.G., 13%vol., 12 mesi di affinamento in botti di rovere, un altro derivato del nobile vitigno Nebbiolo (da cui si ricava anche il Barbaresco e il Barolo). Un vino quindi che presenta le tipiche caratteristiche che riscontriamo nei vini nebbiolo. 

Un bel colorito rosso-granata, limpido e trasparente in controluce, liquido e vinoso, all'olfatto risulta piuttosto austero, si sente molto l'alcool, che copre un po' i profumi, comunque presenti, come legno e spezie. 

Il primo impatto al palato è piuttosto forte, secco, di carattere, ma dopo 2 o 3 sorsi una volta "fatta la bocca", lascia spazio ad un'ottimo retrogusto, più equilibrato e armonico. Ottima persistenza e bel finale lungo e gradevole. 

Sicuramente non stiamo parlando di un Roero Roche d'Ampsej, ma siamo comunque su buoni livelli, adeguati al prezzo di vendita (siamo intorno ai 9euro). 

Un vino ideale per accompagnare carni rosse, formaggi stagionati e selvaggina. 

Considerando la struttura e la "forza" di questo vino, è bene stappare qualche ora prima e servirlo alla giusta temperatura, giusto per ammorbidirlo un po'... 

Buon rapporto qualità prezzo..

lunedì 6 dicembre 2010

BARRICADIERO 2007 - Marche I.G.T. - Vini Aurora

...Sicuramente un vino di grande corpo, che colpisce per austerità, poco adatto a chi non ama i vini troppo potenti o eccessivamente pesanti e ruspanti. Per tutti gli altri è invece un gran piacere degustarlo e apprezzarne il sapore di terra, lavoro, sudore e passione.


Dopo il Pecorino, il Rosso Piceno e il Piceno Superiore, è   arrivato il momento di raccontarvi del Barricadiero sempre dei vini Aurora. Diciamo subito che questo è un po' il pezzo forte di questi vignaioli marchigiani.

A dimostrarne il valore anche i numerosi premi ricevuti, come i 3 grappoli G.R. Slow Food e i 5 grappoli della guida duemilavini ma anche il prezzo, visto che è anche il più caro del lotto Aurora. (pagato 12 euro in azienda, intorno alle 16-18euro in enoteca).

Che dire, già il nome e l'etichetta, rappresenta splendidamente il carattere dei ragazzi di Aurora e il vino in questione.



Il Barricadiero é ottenuto da una particolare selezione di uve rosse ben mature da agricoltura biologica: Montepulciano 75%, Cabernet S. 15% Merlot 10%.. Fermentazione e macerazione con le bucce per 20 - 30 giorni quindi affinamento per un anno in barrique e 6 mesi in bottiglia.


Appena stappata la bottiglia, annusato il tappo e versato il primo goccio si ha già un'idea di cosa ci attende. Forte, tosto, austero...barricadiero!! 


Nel bicchiere un rosso rubino molto scuro, non passa un filo di luce, riflessi violacei. Prima rotazione del bicchiere, il vino scende lentamente dalle paretti e le colora di rosso, grande densità. Al naso sprigiona una decisa vena alcolica (14%vol) e un bouquet molto articolato, intenso e persistente. Sentori di frutta a bacche rosse, vaniglia, legno e spezie. Al palato è veramente potente, secco, caldo e tannico, caldo e strutturato. Finale lungo e persistente, impasta leggermente.


Sicuramente un vino di grande corpo, che colpisce per austerità, poco adatto a chi non ama i vini troppo potenti o eccessivamente pesanti e ruspanti. Per tutti gli altri è invece un gran piacere degustarlo e apprezzarne il sapore di terra, lavoro, sudore e passione.


Se dobbiamo fare una critica, è proprio la mancanza di eleganza e bevibilità, per un vino che punta molto sulla struttura complessa e l'impatto, ma per chi come il sottoscrutto, ama i vini che hanno qualcosa da dire.., questo é sicuramente un pregio.


Proprio per questo il Barricadiero è un vino che può ulteriormente evolversi.


Un rosso importante ad un prezzo decisamente valido considerando oltre alla sua qualità, riconoscimenti e gli apprezzamenti ricevuti, nonché le ottime possibilità di evoluzione che può avere un vino così longevo.


I vignaioli di Aurora dimostrano che un'altro modo di fare vino di qualità e alla portata di tutti, è possibile. 


Un'altro plauso alla crew dell'Aurora vini.



giovedì 2 dicembre 2010

LUCE della vite 1998 - Toscana I.G.T. - Frescobaldi-Mondavi

...Un gran bel vino non c'è che dire... tutte le caratteristiche di importanza che un vino di tale spessore dovrebbe avere sono qui ben rappresentate, compreso "purtroppo" un equilibrio e un piglio tipicamente internazionale, che spesso caratterizza ed omologa questi blend supertuscan decisamente poco autoctoni e se vogliamo ultimamente fuori moda.


Ogni tanto qualche bottiglia di pregio passa anche da queste parti. E così ecco nelle mie mani il gioiellino di casa Frescobaldi, nato dall'unione tra i marchesi e Robert Mondavi, dalla tanto discussa joint venture sull'asse toscana-california.

Dei Frescobaldi si sa.. tutto. Sicuramente un pezzo di storia dlla tradizione enologica toscana, una produzione di quantità e qualità, non stiamo parlando di una mega-industria del vino (in verità si...), ma di un insieme di poderi atti a produrre vini di ottimo livello (mentre altri più commerciali..). Come dire tanti medi produttori tutti sotto il nome dei marchesi Frescobaldi, 700 anni di storia del vino.

In questo caso siamo al top, ovvero alla tenuta "Luce della Vite", sita a Montalcino, con vitigni di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon. Oltre al Luce qui si produce anche il Brunello e il Lucente. Possiamo dire che il Luce é il vino più importante di questa tenuta e forse di tutta la produzione Frescobaldi.

La bottiglia in questione annata 1998, é già un piccolo gioiello di estetica, non male, ma parliamo del vino. Nato dall'unione del Merlot con il Sangiovese.. praticamente come prendere il Brunello (100% Sangiovese) e aggiungerci la morbidezza e la rotondità del Merlot, all'incirca 50 e 50, che può variare in base alle annate (nel 1998 60 e 40). 12 giorni di fermentazione più 4 settimane di macerazione nelle proprie bucce. Laffinamento è di 12 mesi in barriques francesi più 6 in botti di rovere di Slavonia.

Nel bicchiere si presenta di un bel colore rosso rubino con riflessi granato. Già all'olfatto si fa sentire la sua struttura complessa, austero e deciso, ricco di profumi, fruttato ma anche speziato. In particolare note di bacche rosse e cannella. In bocca ha un grande impatto, potente e alcolico, equilibrato da tannini morbidi e avvolgenti. Il finale lungo e ampio con un retrogusto dolciastro che richiama subito un'altro sorso.

Un gran bel vino non c'è che dire... tutte le caratteristiche di importanza che un vino di tale spessore dovrebbe avere sono qui ben rappresentate, compreso "purtroppo" un equilibrio e un piglio tipicamente internazionale, che spesso caratterizza ed omologa questi blend supertuscan decisamente poco autoctoni e se vogliamo ultimamente fuori moda.

Possiamo criticare i Frescobaldi per essersi "svenduti agli americani", per essere una multinazionale del vino, per farci bere quello che i winemaker vogliono farci bere; che a tanta eleganza e marketing manca forse il grezzo sapore della terra, dell'uva e del contadino che la lavora... ma proviamo a scolarci questa bottiglia senza pensare troppo a tutte queste menate, degustiamola senza preconcetti di parti,  e godiamocela fino all'ultima goccia..

Ovviamente tutto questo (sia il grande vino in questione che tutto l'ambaradam del marketing ecc..) ha il suo prezzo.. ed é salato.. per questa annata siamo intorno agli 80euri.. sicuramente tanti x un vino..   e forse su queste cifre si può bere di meglio.. ma voliamo comunque alti..

Lasciamo stare il rapporto qualità/prezzo che per questi vini non ha senso...

lunedì 29 novembre 2010

NEBBIOLO 2007 - Langhe D.O.C. - Marchesi di Barolo

...se cercate in questo vino il "figlioccio" del Barolo, allora consiglio Nebbioli più strutturati e più importanti, ma se cercate un buon rosso per una cena con amici a poco prezzo...questa bottiglia fa il caso vostro..


Nebbiolo D.O.C. di Marchesi di Barolo, un'azienda vinicola che è un pezzo di storia della viticoltura italiana. Cantina situata in centro paese a Barolo nel cuore delle Langhe, bellissima. 

L'occasione per acquistare il loro Nebbiolo arriva attraverso e-bay dove l'enoteca Modavini di Montà nel cuore del Roero, metta all'asta queste 6 bottiglie. Mi aggiudico l'asta ad un buono prezzo (5,5 euro a bottiglia, contro le 7,70 dell'enoteca). 

Così decido di investire i soldi risparmiati nell'acquisto e nella spedizione, per andare direttamente da Walter a Montà per ritirare le bottiglie e approffittarne per acquistare altre 2 bocce di Roero D.O.C.G. (e visitare anche la cantina di Walter chiamata Crota ed Michel). Consiglio a tutti di farci un giro, producono ottimo Roero e nell'adiacente enoteca trovate ottimi vini nazionali e non, con un occhio di riguardo ai piemontesi... se poi sfruttate le aste su e-bay come ho fatto io... risparmiate anche qualche bel soldino.

Prima di parlarvi del Nebbiolo in questione vi anticipo subito che questa bottiglia e la sua bella etichetta non la troverete in enoteca, in quanto è una tiratura che i Marchesi di Barolo riservano al circuito della ristorazione. Quindi se vi interessa contattate Walter di Modavini.
Ovviamente l'uva è 100% Nebbiolo delle Langhe, macerazione per 7 giorni nelle proprie bucce e 6 mesi di affinamento in bottiglia. 

Alla vista si distingue il classico colore del Nebbiolo, rosso rubino con sfumature granato, bagna bene il bicchiere, compatto all'aspetto ma lascia filtrare qualche raggio di luce. Piuttosto fluido. All'olfatto sprigiona con i suoi 14%vol una bella intensità alcolica, lasciando poco spazio ai sentori fruttati che comunque si fanno sentire. Al primo sorso si fa sentire soprattutto l'alcool, non un buon impatto, ma già al secondo si apprezzano tutte le qualità di questo nebbiolo. Va giù che è una meraviglia, vinoso e fresco, tannico quanto basta e leggermente amarognolo.

Un bel bere accompagnato alla polenta e spezzatino della Betta.

Sicuramente non siamo di fronte ad un grande nebbiolo, diciamo un "nebbiolino" ideale per pasteggiare, che si lascia bere e apprezzare. 

Se cercate corpo e intensità, se cercate in questo vino il "figlioccio" del Barolo, allora consiglio Nebbioli più strutturati e più importanti, ma se cercate un buon rosso per una cena con amici a poco prezzo, contattate Modavini perché questa bottiglia fa il caso vostro, in più mettete sul tavolo un Marchesi di Barolo che è pur sempre sinonimo di qualità e simbolo della cultura vinicola delle Langhe. 

Direi un ottimo vino da pasto con un rapporto qualità-prezzo invidiabile. Io ho sfruttato l'offerta ma anche a prezzo pieno (7,70euro) è un buon acquisto. Un saluto Walter.. tornerò non so quando, ma sicuramente quando apri la cantina per le degustazioni!!

domenica 28 novembre 2010

LE SERRE NUOVE DELL'ORNELLAIA 2004 - Bolgheri D.O.C. Rosso - Ornellaia

La ragione spesso ci impone di evitare spese folli per il vino, anche se ci piacerebbe tanto poterci permettere bottiglie del genere, però i casi della vita sanno riservarci delle belle sorprese e così grazie al sig. Luigi, abbiamo l'opportunità di berci ogni tanto qualche bottiglia di grande spessore, come questo rosso di Bolgheri tenuta dell'Ornellaia, una tra le 5 az. vinicole più prestigiose d'Italia, se non la prima in assoluto, tenendo conto che qui si produce anche il Masseto il numero uno dei cru italiani (valutazioni di mercato che partono dalle 350euro in su) con riconoscimenti internazionali che un blog intero non basterebbe a contenerli tutti. (Questo per dovere di cronaca, per il resto lasciatemi dire che tra un Masseto e ad esempio, un Barolo Monfortino di Coterno non c'è proprio paragone, come equiparare Ronaldo a Messi... tutti e due fortissimi ma vuoi mettere la classe di Messi.. quella é poesia e non solo calcio..)

Ma parliamo del vino in questione, che di cose da dire ce ne sono parecchie. Le tenute Ornellaia sono situate a nord-est di Bolgheri , Toscana centrale, zona Maremma per intenderci, colline basse da cui si vede il mare. 

Qui non parliamo di tradizione e storia ma bensì di una az.vinicola piuttosto recente; come spesso accade in questa zona d'Italia (la nuova vita degli ormai bolliti Supertuscan sembra passare dalla Maremma..), le tenute nascono infatti solo nel 1981, con l'obbiettivo di creare fin da subito vini di grande eccellenza, con lo scopo di diventare i numeri uno in Italia.

La capacità di trovare una terra unica, i grandi investimenti e le grandi capacità nella coltivazione e produzione del vino, hanno permesso nel giro di pochi anni, che questo obbiettivo venisse pienamente raggiunto. (L'obiettivo di ricreare in Maremma una piccola Bordeaux per intenderci..con vigneti tipicamente francesi e piglio internazionale)

La bottiglia in questione è denominata "Le Serre Nuove", diciamo il secondo vino dell'Ornellaia dopo il famoso e costoso Ornellaia Bolgheri DOC Superiore.  Questo Serre Nuove nasce nel 1997 ed è principalmente prodotto con le uve dei vigneti più giovani. 

Quando parliamo di grandi vini anche l'annata ha la sua importanza, e questo 2004 è figlio di un'annata da manuale, ideale per la produzione di vini di alta qualità, dopo la torrida e non eccelsa annata del 2003.  

Questo vino composto, assembla 40% di Cabernet Sauvignon; 40% di Merlot; 15% di Cabernet Franc e 5% Petit Verdot, il tutto raccolto a mano e selezionato per ben 2 volte. Viene fermentato in acciaio per 18 giorni a cui seguono 17 mesi in barriques e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Il vino nasce proprio attraverso l'assemblaggio delle 4 uve ,che avviene dopo i primi 12 mesi di barriques. Le percentuali delle uve utilizzate soprariportate, fanno riferimento all'annata 2004, in quanto ogni anno le percentuali, i tempi di fermentazione e la quantità di bottiglie prodotte possono variare. 

Detto questo passiamo alla degustazione.. nel bicchiere si nota un bel coloro rosso, piuttosto vivace ma anche bello intenso, non filtra molta luce. All'olfatto sprigiona una bella complessità di profumi, sicuramente fruttato e dolce, ma anche potenza alcolica (14%vol.) e aroma di spezie e legno. All'assaggio da il suo meglio, molto avvolgente, corposo e ricco di tannini importanti, ma sa essere anche fresco e bevibile, con un bel finale lungo, dolce e balsamico. 

Un buon Bordeaux potremmo dire, se non fossimo in Toscana ovviamente.. Comunque un gran bel vino, importante ma con slancio , che non raggiunge i livelli qualitativi del più famoso Ornellaia, ma, tenendo conto che costa 3 volte meno, direi che voliamo comunque alti.  Questi super-blend pur essendo vini ottimamente costruiti e piacevoli alla beva, ci lasciano sempre un po' di "amaro in bocca" per la mancanza di poesia, tradizione e terroir che invece riscontriamo in altri produttori piemontesi e anche toscani.

Prezzo in enoteca variabile in base all'annata, per un 2004 siamo intorno alle 30-35euro. 

Nella speranza di poter riassaporare questo Serre Nuove (ma soprattutto il suo papà Ornellaia...)...  un applauso per chi ha avuto la capacità (e il contante) per costruire un blend di ottimo livello. Tadizionalisti e poeti tenetivi alla larga.

mercoledì 24 novembre 2010

VIGNETI DI TORBE 2006 - Ripasso Valpolicella classico superiore D.O.C. - Domìni Veneti



...Possiamo dire di aver bevuto un Ripasso "classico", senza eccellenze ma anche senza difetti, che sa farsi amare senza risultare ruffiano.


Secondo giorno on the road per la Valpolicella.. dopo una lunga e piovosa giornata il meritato riposo con una bella cena alla "Trattoria dalla Bice", antica osteria con oltre 100 anni di eno-gastronomia alla spalle, cucina casalinga e ambiente molto accogliente.

Siamo a Torbe, pochi km sopra Negrar.. nel cuore della Valpolicella. 

Ad accompagnare i nostri piatti, come sempre da queste parti, un bel Ripasso; considerando la simpatia e il buon rapporto instaurato con il sign. Bartolomeo (proprietario della "baracca") lasciamo a lui la scelta della bottiglia. Diamo una sola indicazione.. qualcosa della zona.. ed eccoci accontentati.. un Ripasso dei Vigneti di Torbe, dei Domìni Veneti, direttamente dalla Cantina Sociale di Negrar, un'istituzione da queste parti.. centro nevralgico della produzione locale con oltre 200 soci. 

Prodotto con la classica tecnica del Ripasso (di cui abbiamo già parlato nella recensione dell'Austero) questo Vigneti di Torbe, viene affinato x ben 24 mesi in botte e per 6 in bottiglia, raggiungendo una gradazione alcolica di circa 14°C. Un vino che se ben conservato può mantenersi intatto per una decina di anni. 

Il "rosso" si presenta subito bene, colore molto fitto con riflessi violacei, "sporca" bene il bicchiere formando archi ben visibili, all'olfatto il classico profumo della Valpolicella, alcolico e dolce allo stesso tempo, fruttato ma senza essere troppo ruffiano, il giusto equilibrio tra un vino "piacente" e un vino "tosto". Al palato risulta vellutato e avvolgente, gradevole all'attacco, tannico quanto basta per un finale degno di un buon Ripasso, lungo, saporito ed evocativo.. ti viene subito voglia di fare un altro sorso.

Possiamo dire di aver bevuto un Ripasso "classico", senza eccellenze ma anche senza difetti, che sa farsi amare senza risultare ruffiano. Neanche a dirlo, che finisce prima la bottiglia della cena, e per chiudere il cerchio mi tocca chiedere una grappa di Amarone. 

Un vino davvero piacevole che conferma ancora una volta l'azzeccato rapporto qualità prezzo del Ripasso. Non raggiungiamo i picchi dell'Amarone sia chiaro, ma considerando che il costo in proporzione è meno della metà, direi che è un vino da consigliare a chiunque voglia bere bene senza alleggerire troppo il portafoglio.

Costo di circa 10euro in enoteca, 18 in trattoria. Very good!!

martedì 23 novembre 2010

GAUDENZIO 2006 - Rosso toscano I.G.T. - Az. Agr. Scarpeto di Sotto

...Nonostante manchi della finezza e della classe che solo i grandi vini hanno, si tratta comunque di un prodotto molto valido, che si fa apprezzare proprio per le sue caratteristiche di vino potente e senza compromessi. 


Siamo in fiera a Milano, giriamo per gli stand e tra una degustazione e l'altra ci imbattiamo in questa Az. Agr. Scarpeto di Sotto, comune di Certaldo (FI). 

Assaggiamo quello che a dir loro è il pezzo forte della loro produzione vinicola, si tratta di un Rosso Toscano Riserva, annata 2006, denominato Gaudenzio. 

Ottenuto da uve Merlot in purezza e successivamente affinato per 8 mesi in barriques. Quindi il classico vino per "merlottiani" convinti.

E' un bel vino tosto diciamolo subito. Alla vista si presenta di un bel rosso scuro, direi quasi un vino nero.. all'olfatto un bouquet chiuso, che sprigiona fin da subito una grande potenza alcolica (13%vol.) e forti sentori di spezie e cuoio. Molto denso, lo si nota anche sulle pareti del calice. Decisamente carico, muscoloso, austero. Al palato conferma una forte presenza alcolica, poco spazio alla dolcezza e ai retrogusti fruttati, come dicevo è un vino molto robusto, inchiostrato.

Nonostante manchi della finezza e della classe che solo i grandi vini hanno, si tratta comunque di un prodotto molto valido, che si fa apprezzare proprio per le sue caratteristiche di vino potente e senza compromessi. 

L'unico problema riscontrabile è sul finale.. rimane molto il gusto di alcool e impasta un po' la bocca. 

Sicuramente un vino non per tutti, ma ideale per chi apprezza vini piuttosto grezzi e non troppo inclini ai palati più moderni.

Lasciar sfiatare almeno un'oretta per abbassare il forte sentore alcolico, ideali con brasati e piatti in umido. Pagato 9euro. Buon vino.

GLI ARCHI 2008 - Ripasso Valpolicella classico Superiore D.O.C. - Corte Campagnola

...un vino di spessore, complesso nei suoi aromi, ma che si lascia bere con grande facilità...


Siamo sempre in Valpolicella durante il nostro tour enogastronomico, è la prima sera e non si può far altro che andare a cena nella storica "Antica Osteria Valpolicella" per un'esperienza eno-gastronomica di assoluto valore.
Siamo a S.Rocco, piccola frazione del comune di Marano, nel cuore del Valpolicella classico, l'osteria è proprio come ce l'aspettavamo; piccola, tradizionale, con pochi tavoli, raffinata il giusto e con un fiore all'occhiello... al piano inferiore una fantastica cantina scavata nella roccia piena di ottimo nettare. Una delizia x i nostri occhi!! 

Il menù propone molti piatti che a base di Amarone, uno più squisito dell'altro, il classico risotto all'Amarone e zucca, i ravioli di zucca in salsa all'Amarone, il filetto in salsa di Amarone, la tagliata di manzo aromatizzata all'Amarone ecc... tutto di ottima qualità e al giusto prezzo per qualità-servizio-ambiente (35euro per primo,secondo,dolce,caffè ecc... escluso il vino). 

Per accompagnare il tutto prendiamo una bottiglia di Ripasso 2008, az. Corte Campagnola. Essendo amanti del Ripasso non rimaniamo delusi. 

Bel colore rosso rubino, denso e fluido allo stesso tempo, buona potenza alcolica (14%vol.) e ottimi sentori di frutta e spezie, come un buon Ripasso deve saper trasmettere. 
Rispetto ad altri produttori, tipo l'Austero di Zardini, questo Ripasso risulta meno corposo e tannico, meno difficile se così si può dire, risultando altamente bevibile, ideale per berne più di un bicchiere e per pasteggiare. 

Insomma un vino di spessore, complesso nei suoi aromi, ma che si lascia bere con grande facilità e che può riscontrare il favore di molti. La tecnica di produzione, fermentazione e affinamento è quella già descritta nelle recensioni di altri Ripasso. 

Acquistandolo al ristorante ci è costato 16 euro, ma credo che in cantina si possa acquistare ad un prezzo decisamente inferiore. 

Non da rimanere estasiati ma sicuramente ottima impressione.

lunedì 22 novembre 2010

FIOBBO 2008 - Pecorino D.O.C. - Vini Aurora

...Un bianco con personalità, dal carattere spiccato e dalla struttura complessa, ma al contempo riesce a non appesantire troppo la beva, regalandoci un vino molto bevibile e piacevole.


Dopo essere stati per 3 gioni ospiti dell'agriturismo Aurora, arriva il momento della partenza e ovviamente degli acquisti, voglio dire, con tutto quel ben di dio sott'occhio mica potevamo tornare a casa a mani vuote!! 

E così dopo 3 giorni a colpi di Barricadiero e Rosso Piceno, decidiamo, giusto per curiosità di assaggiare anche il bianco, e ci portiamo a casa un paio di bottiglie di questo Pecorino di Offida, denominato Fiobbo. 

Bé, scelta azzeccatissima, perché se all'Aurora Vini producono ottimi rossi, i bianchi a giudicare da questo Fiobbo, non sono da meno. 
Allora dicevamo... vino Pecorino D.O.C. biologico al 100%, la tipica uva della zona del Piceno, il più importante vino bianco marchigiano insieme al Verdicchio di Jesi. 

Fermentazione e maturazione avvengono per il 30% in barriques il resto in acciaio, poi 6 mesi di affinamento in bottiglia. 

Ne deriva un bianco piuttosto "tosto", con una notevole struttura, sostenuta alcolicità (14%vol.) ma allo stesso tempo anche equilibrato, senza quella fastidiosa acidità che a volte si riscontra in alcuni vini bianchi (soprattutto quelli di bassa qualità). 

Ottimo all'olfatto e alla vista, bel giallo paglierino, brillante, denso e profumato, fruttato e fresco. 

Un bianco con personalità, dal carattere spiccato e dalla struttura complessa, ma al contempo riesce a non appesantire troppo la beva, regalandoci un vino molto bevibile e piacevole.

Ideale con il pesce come ogni bianco, ma considerando che si tratta di un vino bianco di spessore si abbian bene anche con carni bianche e formaggi.

Il costo in enoteca si aggira sulle 10euro, non pochissimo per un bianco,  ma la differenza rispetto ad altri vini "sturastomaco" si sente e come. Spesi bene.

sabato 20 novembre 2010

AMARONE della Valpolicella Classico D.O.C. 2003 – Aldrighetti

...molto avvolgente, caldo, austero ma anche piacevole, finale lungo vellutato e leggermente dolciastro. Che gran vino!!


La Terra Trema 2009, si va al Leo a degustare ed acquistare un po’ di vino onesto e a buon prezzo direttamente dai produttori.
Io e il mio amico Ste compriamo una boccia a testa di questo Amarone, promettendoci di conservarla per bene e ritrovarci a berle insieme con una bella cena dedicata a questo grande vino.

E così.. dopo circa un anno uniamo le forze e organizziamo la serata. 2 bottiglie di Amarone a cui abbiniamo il piatto classico della Valpolicella, ovvero il risotto amarone e zucca (che sofferenza vedere un bicchiere di amarone “sprecato” per macerare la zucca..) ed un fantastico brasato con polenta. Direi che con gli abbinamenti ci siamo. Decisamente una bella serata enogastronomica.

Il vino in questione ovviamente non delude le aspettative.

Prodotto dall’az. Agricola Aldrighetti, comune di Marano, siamo nella zona di produzione del Valpolicella Classico. Vitigno a pergola composto da uve   Corvina, Molinara, Rondinella.  Raccolta a mano verso la fine di settembre l’uva viene messa a riposo in cassette di legno e quindi impilate nei fruttai fino ai primi di febbraio. L’uva non viene subito pigiata, ma subisce una fase di appassimento, che grazie all’umidità, all’aria e ai profumi dell’autunno, conferisce all’Amarone quel sapore particolare che lo rende un vino unico. Sicuramente questa operazione é molto delicata (bisogna controllare il processo di appassimento, aria, umidità ecc..) è un po’ il segreto principale dei vignaioli della zona per produrre l’Amarone (ma anche il Recioto). Insomma per fare un grande Amarone bisogna fare un’ottima fase di appassimento.

Quando le uve sono appassite al punto giusto avviene una lenta fase di macerazione e fermentazione. Successivamente 7/8 mesi di maturazione in acciaio e 3-4 anni di affinamento in botti di rovere e 6 mesi in bottiglia. Passano quindi quasi 6 anni prima che la bottiglia venga commercializzata. (Quindi nel 2010 beviamo l’annata 2004) 

Parliamo del vino… all’aspetto si presenta di un bel colore rosso granato, molto spesso, ottimo profumo, si fa sentire sia la potenza dell’alcool (15%vol.) ma anche il dolciastro delle uve passite, sentori spezie e frutti da sottobosco, ma anche cuoio e legno. Al palato è molto avvolgente, caldo, austero ma anche piacevole, finale lungo vellutato e leggermente dolciastro. Che gran vino!!
Fondamentale stappare un paio di ore prima e servire alla giusta temperatura (intorno ai 18 °C), così scende il forte sentore alcolico e si lascia spazio ai molti profumi che l’Amarone sa offrire.

Il vino in questione si aggira tra  le 20-25euro, ma se acquistate direttamente dal sign. Aldrighetti ve la cavate con sole 15euro. Direi un vino eccezionale per una cifra non elevatissima.

Non c’è che dire, tutti soddisfatti.. attendo di degustare altri Amaroni per poter fare un confronto con questa bottiglia, comunque per il momento il giudizio non può che essere positivo anche a confronto con altri rossi degustati e pagati all’incirca la stessa cifra.

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NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

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...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.